Eboli. Ucciso da figlio con disagio mentale. La vittima Riccardo Santimone, 75 anni - Le Cronache
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Eboli. Ucciso da figlio con disagio mentale. La vittima Riccardo Santimone, 75 anni

Eboli. Ucciso da figlio con disagio mentale. La vittima Riccardo Santimone, 75 anni

di Eugenio Verdini

Quando forze dell’ordine ed addetti al soccorso sanitario sono entrati in un’abitazione di una palazzina di Rione della Pace, da dove era partita una richiesta di intervento, hanno capito subito che stava per presentarsi loro una scena difficile da dimenticare. Sangue dappertutto nel bagno dell’abitazione, dove un uomo di 75 anni, Riccardo Santimone, era stato ammazzato a colpi di arma da taglio. Appena il tempo di constatare il decesso dell’uomo, poi ogni tassello di un mosaico di morte è andato a posto. La mano armata di coltello era quella di uno dei due figli dell’uomo, che le prime notizie indicano come un giovane con qualche problema di disagio psichico, tanto che pare fosse anche in carico ad una struttura sanitaria della zona e che è stato posto in stato di fermo presso i locali della compagnia dei carabinieri di Eboli, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa. L’allarme era scattato nella prima serata di ieri. Secondo una prima ricostruzione operata sul posto dalle forze dell’ordine intervenute, il figlio della vittima avrebbe, subito dopo il fatto, contattato telefonicamente l’altro fratello, comunicandogli quanto fatto. A quel punto sarebbe scattato l’allarme vero e proprio, con una preoccupazione in più, perché nell’abitazione dove era avvenuto l’omicidio vive anche la moglie della vittima, allettata ed impossibilitata a muoversi, se non con l’ausilio della sedia a rotelle. Difficile indicare esattamente il motivo, seppure ve ne sia uno, per il quale il giovane ha aggredito ed ucciso il padre, al di là delle confuse spiegazioni del momento che pure il ragazzo avrebbe “confessato”. Rimane l’amarezza per la fine di un uomo buono, conosciuto da tutti, che aveva dedicato tutta la vita alla sua famiglia. Dopo anni di lavoro come artigiano, nello specifico aveva fatto il gommista a lungo, negli ultimi anni prima di andare in pensione aveva avuto la possibilità di lavorare per una struttura socio sanitaria, che gli aveva consentito di non andare ad alzare la saracinesca ogni mattina. Oltre ai suoi due figli, soprattutto a quello più debole, Riccardo Satimone aveva profuso ogni sforzo quotidiano nell’assistenza alla moglie, affetta da una forma di paralisi, che potendosi muovere solo con l’ausilio della sedia a rotelle necessitava di sostegno, che Riccardo le assicurava in ogni momento.