Eboli rialza la testa e si oppone ai rifiuti di De Luca - Le Cronache
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Eboli rialza la testa e si oppone ai rifiuti di De Luca

Eboli rialza la testa e si oppone ai rifiuti di De Luca

di Eugenio Verdini

Otto imprenditori con impianti ed attività in area PIP rompono gli indugi e firmano un ricorso al TAR contro la decisone della Regione del presidente De Luca di autorizzazione un impianto per lo stoccaggio ed il trattamento dei rifiuti nell’area industriale di Eboli, nonostante strumento urbanistico e regolamento comunale lo vietino espressamente. Ora si attende, eventualmente, un intervento diretto dello stesso Comune di Eboli, nella forma “ad adiuvandum”, a sostegno del procedimento aperto dagli imprenditori ebolitani contro la società Sarim che ha ottenuto l’autorizzazione ad un impianto per il trattamento dei rifiuti, e soprattutto contro la Regione Campania che ha emesso per decreto, appunto, l’autorizzazione. Anche perché il Comune di Eboli non solo è contrario ad un impianto del genere sul territorio comunale, peraltro in contrasto con il regolamento comunale di accesso all’area PIP, oltre che in contrasto con il piano regolatore vigente, ma ha anche dovuto subire, nelle ultime settimane, il tentativo da parte del centrosinistra deluchiano, in primis del Pd, di addossare colpe all’attuale amministrazione, con l’intento di sviare l’attenzione generale sulle responsabilità dello stesso Pd e del centrosinistra che guida la Regione Campania e che hanno scelto Eboli per autorizzare un altro impianto per i rifiuti. Il ricorso degli imprenditori ebolitani riguarda una serie di presunte irregolarità alla base dell’autorizzazione, che coinvolgono buona parte degli attori, alcuni dei quali però nemmeno mai convocati. Inoltre, il ricorso punta anche il dito sulle procedure di tipo urbanistico, sia in termini di deroga allo strumento vigente, sia per quanto attiene ai permessi a costruire che sarebbero stati concessi a chi non ne risulta legittimato, perché non proprietario dei suoli. Andiamo con ordine. La Regione convoca la conferenza dei servizi per il 24 febbraio scorso. La seduta nemmeno si tiene, perché l’Arpac considera insufficiente la documentazione, per cui la seduta viene riconvocata per il 16 maro scorso. Anche in questo caso l’Arpac considera insufficiente la documentazione e chiede un’integrazione, ma nonostante questo la Regione va avanti e, non tenendo in considerazione l’annullamento in autotutela del parere formatosi “per silentium” da parte del Comune di Eboli, annullamento datato 18 marzo 2022, autorizza comunque l’impianto per lo stoccaggio ed il trattamento dei rifiuti in area PIP il 31 marzo scorso. Secondo il ricorso il tutto sarebbe illegittimo, in quanto non ci sarebbe stata né la prima seduta della conferenza, né l’ultima, vista la mancanza di documentazione lamentata dall’Arpac ed inoltre il via libera sarebbe arrivato senza tenere contro del parere contrario del Comune di Eboli (annullamento in autotutela). Tra l’altro, lo stesso ricorso sottolinea come, pur essendovi la possibilità che la Regione assuma il provvedimento in deroga allo strumento urbanistico, occorre che questo venga esplicitato, in quanto si mette in piedi una variante urbanistica. E questo comporta anche che il provvedimento venga assunto solo dopo che siano stati coinvolti tutti gli attori di un procedimento urbanistico, mentre non risultano nemmeno convocati Autorità di Bacino, Genio Civile e Soprintendenza e dunque non sarebbe stato possibile acquisire i relativi pareri, nemmeno “per silentium”. Il ricorso degli imprenditori ebolitani, preoccupati per la presenza di un impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti in un’area PIP dove insistono diverse aziende che operano nel settore agroalimentare, guarda anche alle autorizzazioni specifiche relative all’attività da svolgere. Secondo i ricorrenti, infatti, l’autorizzazione del nuovo impianto di fatto permetterebbe anche una variazione di attività, in contrasto con l’autorizzazione operativa che data prima del 2019 e che non può essere modificata. Il lungo elenco di rilievi di fatto e di diritto presentato dal ricorso degli imprenditori ebolitani che operano in area PIP si chiude con una nota che mette in evidenza forse anche qualcosa più di una semplice illegittimità. Secondo il ricorso, infatti, poiché l’autorizzazione di fatto comporta anche un assenso edilizio, ma essendo coinvolti nell’operazione anche suoli non direttamente di proprietà della società che dovrà realizzare l’impianto, di fatto l’autorizzazione edilizia sarebbe rilasciata a chi non ha titolo, cioè non risulterebbe proprietario dei suoli su cui realizzare manufatti edilizi. «Imprenditori coraggiosi che scendono in campo, con atti alla mano, per manifestare il loro dissenso – commenta così il ricorso il capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Damiano Cardiello – circa un impianto per i rifiuti che, se sorgesse, sarebbe devastante per la nostra vocazione agricola, fieristica ed imprenditoriale. Mi aspetto che anche il Comune supporti le ragioni degli imprenditori, anche per evitare che questo impianto sia solo il primo di una lunga serie di iniziative che potrebbero minare il territorio e le attività della nostra città».