di Andrea Pellegrino
Si chiama Complesso San Michele, siamo nel cuore del centro storico di Salerno, ed è un gioiellino nelle mani della Fondazione Carisal, «il forziere» un tempo nelle mani della Camera di Commercio che di recente, con una modifica statutaria, si è vista sminuire il suo ruolo. Nel 2020 è annunciato il completamento dei lavori di riqualificazione del complesso San Michele, partiti nel 2018 con un investimento di milioni di euro. Solo nello scorso agosto sono stati stanziati 980.069,16 per opere di opere di completamento e finiture. Un progetto a firma degli architetti Francesco Innamorato e Silvia Lanzari, quest’ultima arrivata direttamente da Bergamo, con alle spalle un passato nelle istituzioni, sotto la bandiera della Lega Nord. Un intervento sbandierato ai quattro venti dal presidente della Fondazione Carisal, Alfonso Cantarella che mira a «creare un punto di riferimento per il centro storico della città di Salerno, offrendo alla comunità la possibilità di fruire e condividere gli spazi ritrovati. Pensato come promotore di nuovi ambienti di lavoro e di relazione, il nuovo contenitore offre alla collettività l’opportunità di essere parte attiva attraverso la partecipazione e/o l’organizzazione di attività ed eventi a scopo sociale, culturale ed ambientale». Ma chi si occuperà di gestire la struttura? Come si legge nell’ultimo Dpp (documento di programmazione) della Fondazione Carisal: «All’intervento di riqualificazione e di valorizzazione del Complesso San Michele, iniziato nel 2018, dovrà seguire, in collaborazione con la partecipata società strumentale e la Fondazione di Partecipazione Copernico, l’attuazione del Piano di valorizzazione con un insieme di interventi strutturati, ponendo il focus delle azioni in particolare sui giovani». La società strumentale dovrebbe chiamarsi Aedifica srl. E’ composta, tra l’altro, da ex componenti del consiglio d’indirizzo della Fondazione Carisal: il docente universitario Massimo De Falco e Masi Donata ed, infine, dal consigliere Paolo Caiazzo. Per il 60 per cento è costituita dalla Fondazione Carisal e per il 40 per cento dalla Fondazione Copernico, guidata dal commercialista salernitano Antonio Piluso. Un «intreccio» tra società e fondazioni che per ora sta facendo storcere il naso a parecchi, compreso a chi (anonimamente) ha già messo nero su bianco le ultime vicissitudini della Carisal, sottoponendole agli organi sociali.