Erano accusati di gestire lo spaccio di droga nella Piana del Sele arrivano sette condanne e 6 assoluzioni. Le pene più alte sono state inflitte a Biagio Parisi, 12 anni e alla moglie Alda Di Benedetto 10 anni. Il Pubblico Ministero Vincenzo Montemurro per i coniugi aveva chiesto la condanna a 21 e 20 anni di reclusione. La sentenza è arrivata nel pomeriggio di ieri dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, presidente Casale. Il processo era uno stralcio “Thunderbolt”. Oltre a Biagio Parisi ed alla moglie Alda Di Benedetto sono stati condannati: Nello Genovese di Battipaglia, 2 anni e quattro mesi (la richiesta era stata 2 anni e 6 mesi), Giuseppe Salerno 8 anni e 10mesi(erano stati chiesti 9 anni); Guglielmo Di Martino 2 anni e 6 mesi. Inflitti un anno e 2 mesi ciscuno a Vincenzo Lambiase, Samuel Giuliani. Assolti: Sabrina Amato di Giffoni Valle Piana, Mario Capriglione di Bellizzi, Valentino Landolfi, Massimo La Rocca, Palma Cosmo e Alberto Volpicelli. Il collegio difensivo era composto, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Russo, Stefania Pierro, Orazio Tedesco, Pierluigi Spadafora e Ivan Nigro. Il blitz che prese il nome di Thunderbolt fu eseguito al termine di laboriose indagini poste in essere dalla Direzione distrettuale antimafia. Le indagini compendiate nell’operazione, hanno avuto inizio a seguito dall’omicidio di Vincenzo Persico (perpetrato a Montecorvino Rovella il 19 gennaio 2014), con lo scopo di definire il contesto delinquenziale in cui era maturato il delitto. All’esito dei primi sviluppi investigativi, il 25 gennaio 2014 furono individuati e sottoposti a fermo di indiziato di delitto quattro pregiudicati locali, ritenuti coinvolti a vario titolo (esecutori materiali i primi due, favoreggiatore e mandante) nell’omicidio. L’analisi delle risultanze info-investigative emerse sul conto del pregiudicato Domenico Lamberti (alias “Mimmo ‘a mafia”) ha, in particolare, consentito di accertare che lo stesso era elemento di riferimento per una fitta rete di pusher locali dediti allo spaccio di stupefacenti nei Comuni di San Cipriano Picentino, Montecorvino Pugliano, Giffoni Valle Piana e località limitrofe, e che i contrasti con Persico erano sorti a causa dell’intromissione di quest’ultimo negli affari illeciti e nella gestione dello spaccio nei medesimi Comuni. Le investigazioni , hanno consentito di: individuare i componenti di un nuovo gruppo criminale operante a Battipaglia e località limitrofe, delineando i ruoli ricoperti dai sodali le modalità di smercio dello stupefacente e il volume di affari giornaliero.
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