Pina Ferro
Da pseudo diplomatico a trafficante internazionale di droga. Angelo Antonio Toriello di Mercato San Severino, ma cittadini del mondo è tra i 33 arrestati nell’ambito di una inchiesta internazionale su un traffico di sostanze stupefacenti dalla Spagna a Napoli. Insieme a lui è finito in manette anche il falso medico stabiese Sebastiano Lauritano. Due “colletti bianchi” inseriti nell’associazione che è stata sgominata dalla Squadra investigativa Comune. Gli uomini del Goa del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, comandante Giovanni Salerno, hanno fatto luce su un affare milionario di droga riciclaggio. Secondo la Direzione nazionale antimafia, di Napoli la camorra napoletana, attraverso suoi prestanomi riciclava i proventi del traffico di droga in ristoranti e pizzerie. Il ristorante “Assunta Madre”, in una delle zone più eleganti di Barcellona e il bar “Santa Lucia” dove c’era una coppia di coniugi napoletani che per gli investigatori sono prestanome di narcos napoletani, sono stati sequestrati e perquisiti sia dai finanziari che dalle forze di polizia spagnole. Il falso medico Lauritano insieme a Toriello, secondo la Dna millantando il loro status di presunti diplomatici, si eranio dimostrati disponibili a a facilitare l’ingresso della droga in Italia. Il valore di beni sequestrati ammonta a 5 milioni di euro ma le cifre sono in costante aggiornamento anche perchè dai conti correnti finiti sotto sequestro ci sono migliaia di euro in giacenza. Oltre due tonnellate tra cocaina e hashish sequestrate. L’indagine è partita dal lavoro investigatori su una delle cosche più “potenti” e radicate di Napoli, il clan Contini, che ha come base operativa la zona dell’Arenaccia a Napoli. Una cosca “camaleontica” in grado di gestire milioni di euro e riciclarli in attività imprenditoriali. Gli inquirenti sono riusciti a risalire ai prestanome che la camorra ha usato negli anni non solo a Napoli e in Italia ma anche in Spagna. Nei traffici di droga e soprattutto nelle riciclaggio sono coinvolti i clan della camorra che da sempre operano in Spagna: ovvero i Polverino di Marano e gli Amato-Pagano di Scampia anche se sono in corso ulteriori indagini per cercare di arrivare ad individuare i collegamenti diretti tra la camorra e gli arrestati. Sono in totale 35 le persone ammanettate, 18 dei quali destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in Spagna, cinque dei quali eseguiti in Italia con un Mandato di cattura europeo.