Don Patriciello: l'assassino di Martina andava aiutato prima - Le Cronache Attualità
Attualità Campania

Don Patriciello: l’assassino di Martina andava aiutato prima

Don Patriciello: l’assassino di Martina andava aiutato prima

di Mario Rinaldi

Un incontro che ha toccato la mente, ma soprattutto i cuori e le coscienze dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Pellezzano, che ieri mattina, presso il Cinema Teatro Charlot della frazione Capezzano, hanno avuto la possibilità di incontrare don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, simbolo della battaglia contro la criminalità nella “Terra dei Fuochi”. Al termine di un dibattito molto partecipato, nel corso del quale il sacerdote ha invitato i ragazzi a porgli domande per farli avvicinare, con parole semplici, ai grandi temi della giustizia, del rispetto e della tutela ambientale, il Sindaco di Pellezzano, Francesco Morra, ha accolto la proposta di don Maurizio di intitolare una struttura alla memoria di Giuseppe di Matteo, il ragazzo rapito a 13 anni e ucciso tre anni dopo dalla mafia. Un gesto simbolico ma potente, per tenere viva la memoria di chi è diventato emblema della lotta alla criminalità. Il primo cittadino ha comunicato che l’intitolazione riguarderà il campo polivalente di via Rago alla frazione Coperchia: “E’ uno spazio – ha precisato Morra – che abbiamo messo a disposizione dei ragazzi gratuitamente nel periodo estivo proprio per far vivere lo sport non nelle piazze ma all’interno di un impianto. Questa struttura, che porterà il nome di Giuseppe Di Matteo, diventerà un simbolo della lotta contro la criminalità. Tra l’altro, nel ruolo di Presidente di Anci Campania che ricopro, mi farò portavoce per tutti i 550 Comuni della Campania affinché possa mantenersi viva la memoria di Giuseppe Di Matteo attraverso l’intitolazione di strade, piazze o altre strutture che lo ricordino come simbolo di lotta alla criminalità organizzata”. Entrando nello specifico dell’incontro, lo stesso Sindaco ha sottolineato che questo è “il secondo appuntamento sulla legalità promosso dall’Amministrazione Comunale, dopo il primo tenutosi con il magistrato Catello Maresca. Un sentito ringraziamento a Don Maurizio Patriciello per aver accolto il nostro invito, alla dirigente scolastica dell’I.C. di Pellezzano Grazia Di Ruocco, alla referente per la legalità Gloria Ferrazzano. Ringrazio inoltre per la loro presenza e partecipazione il Vice Sindaco Michele Murino, l’Assessore Vito Mona, e i consiglieri comunali Annamaria Gioia e Dino Giordano, quest’ultimo anche tra gli organizzatori dell’iniziativa”. Don Maurizio Patriciello ha anche rivolto un pensiero a Martina, la 14enne uccisa dall’ex fidanzato ad Afragola, dove l’altra sera il parroco di Caivano ha partecipato alla fiaccolata in suo ricordo. “Non ci sono parole per descrivere quanto accaduto ad Afragola, di questo femminicidio, che io definire un infanticidio se avessi la possibilità di trovare una definizione tra i due, perché 14 anni davvero ci lasciano da pensare, da riflettere. C’è qualcosa che non va, ma che sembra non vogliamo ammettere a noi stessi. Quando l’altro giorno ho partecipato alla fiaccolata per la povera Martina e sentivo gridare giustizia, giustizia, giustizia, ergastolo, mi è venuta una grande tristezza perché ho pensato che l’unica vera giustizia sarebbe quella di riportare Martina in vita perché ormai le è stata rapinata la vita. E poi anche l’ergastolo sì o l’ergastolo no, non è questo il punto. Il punto è che quando arriva la magistratura, quando arrivano le forze dell’ordine, già è tardi. Forse quel ragazzo andava aiutato prima. Noi dobbiamo arrivare prima e per arrivare prima le scuole devono stare nel cuore del Paese, della Chiesa, delle famiglie e della stessa scuola, proprio con questi ragazzi si può e si deve fare tanto”. “Non abbiamo compreso – ha poi concluso don Patriciello – che amare è qualcosa di bello, di meraviglioso, che ci fa diventare simile a Dio, ma è qualcosa di terribilmente difficile. Tante volte l’amore si confonde con il piacere, si confonde con il possesso. C’è questo aggettivo possessivo “mio” che ha un’accezione bella, positiva. Io dico ad esempio “la mia mamma”, che però si potrebbe trasformare anche in qualcosa di orribile, come purtroppo è accaduto”. In ultimo, restando in tema di legalità e tutela ambientale, è stato anche fatto un passaggio sulla sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo che ha condannato le autorità italiane a versare 8.700 euro a 151 abitanti di Baronissi, Pellezzano e Salerno, vittime dell’inquinamento causato dalle Fonderie Pisano in provincia di Salerno. Il Sindaco Morra, in un passaggio, ha ribadito l’impegno istituzionale in prima linea per la delocalizzazione dell’opificio.