Don Angelo: “Dobbiamo impegnarci ad essere costruttori di riconciliazione” - Le Cronache
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Don Angelo: “Dobbiamo impegnarci ad essere costruttori di riconciliazione”

Don Angelo: “Dobbiamo impegnarci ad essere costruttori di riconciliazione”

di Monica De Santis

“In questo momento il gesto più eloquente che si possa fare è essere presenti. Ma essere presenti, mi permetto di dire, non per fare una spettacolarizzazione del dolore. In realtà quello che conta in questa presenza, anche nel silenzio di chi c’è, ma non ha nessuna fede religiosa da esprimere, non è cristiano, non è nulla, è come ho detto la presenza. Questa presenza deve avere una valenza, deve avere un senso forte e diventare in qualche modo una denuncia, diventa un impegno”. A parlare poco prima dell’inizio del funerale di Anna Borsa è don Angelo Barra, parroco della Chiesa Madonna del Rosario di Mariconda.

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Don Angelo conosce Anna e la sua famiglia e anche lui non nasconde il dolore per questa tragedia che ha colpito non solo la famiglia Borsa, ma un’intera comunità… “Dobbiamo impegnarci tutti di più a fare meglio nel quotidiano, a costruire e ad essere costruttori di riconciliazione e di verità”. prosegue ancora il sacerdote… “La famiglia Borsa, è una famiglia perbene. Presenti qui in parrocchia, persone semplici, che lavorano umilmente. Come tutte le famiglie del quartiere e della città, hanno sempre vissuto con rispetto e amore. Ora il loro silenzio, la loro riservatezza è stata squarciata, non tanto dai colpi di questa pistola, ma dal dolore. Sicuramente questa famiglia in questo momento è rimasta frastornata. Sicuramente con la ragione sono alla ricerca di una motivazione. Ma non ci sono, purtroppo delle motivazioni. Questi gesti sono fondamentalmente irrazionali, emotivi, istintivi. Spesso la violenza ha queste radici. - prosegue ancora don Angelo – Lo vediamo anche in questo momento a larga scala sul piano internazionale. Ecco, nel caso della guerra in Ucraina hanno radici di potere, nel caso di Anna, hanno radici di possessione, di rivendicare un possesso. E tutto questo ci deve far riflettere, le radici del possesso purtroppo spingono le persone verso una violenza che non deve esserci e che dobbiamo respingere. – conclude il parroco della chiesa della Madonna del Rosario – Dobbiamo spogliarci invece di questa dimensione e andare verso l’altro con amore. Mi auguro che questo sia il messaggio che oggi parta da qui. Un messaggio, una preghiera affinchè le persone possano comprendere che il possesso e la violenza non fanno e non devono far parte di noi, ma che solo l’amore ci rende uomini e donne felici”.