DI Salvatore Memoli
Ritornando a Salerno, dopo alcuni mesi, ho trovato una città sporca. Mi addolora vedere la mia città abbandonata a se stessa, sommersa da ogni tipo di rifiuto e di erbe alte oltre il metro. I marciapiedi in alcuni punti sono scomparsi, non si vedono più, un abbandono ingiustificabile ed imperdonabile. Non mi interessa di chi la responsabilità, non serve ripetere percorsi accusatori che non portano da nessuna parte, non serve ripetere che un servizio che era così bene articolato ed organizzato con le cooperative sociali, ora é preda di una disorganizzazione, una sottodimensionata utilizzazione di personale e di mezzi meccanici e di una diatriba che stanca i salernitani. Povera città mia! Pensavo appartenessero al trapassato le scene di abbandono urbano, la sporcizia che denotava incultura sociale e politica, un senso di abbandono impotente e miserevole. Quelle scene di fine anni sessanta e settanta che vedevano le più belle piazze di Salerno diventare piattaforma di rifiuti urbani. Quelle novità incivili che denotavano una modernità gestionale che era incomparabile con la razionale, brillante, pregevole raccolta porta a porta, fatta da uomini ( chapeau) che ci hanno in precedenza sempre garantito efficienza, puntualità, gentilezza e fidelizzazione. Erano impagabili quei servizi di ritiro porta a porta, quei contatti confidenziali con personale comunale che rendeva il ritiro della “monnezza” uno dei servizi pubblici più condivisi, ben fatto e utile alle famiglie salernitane. Quanto tempo é passato da quegli anni che mettevano tutti d’accordo! Anni cancellati dalla memoria di molti, soprattutto le giovani generazioni, da proposte di miglioramenti arraffazzonate, demagogiche, per niente efficienti e di gran lunga più onerose per le casse municipali. Dove stanno quelle idee del passato, quelle persone che facevano del loro lavoro la più alta espressione del loro senso civico. Sempre nel trapassato del mio vissuto, ritorna alla memoria, anche per i racconti più volte ascoltati dai genitori e nonni, l’efficienza di un uomo che si occupava delle frazioni alte della città. Erbe alte, alberi e siepi che sbuffavano oltre le recensioni private di proprietà, fontane pubbliche guaste ed altro?! Si chiamava don Alfonso la guardia che immantinente interveniva, provvedeva, multava, richiamava all’ordine ed ai doveri, risolveva questioni e dispute tra cittadini, come un saggio giudice di pace e vestiva i galloni, se necessario, per far rispettare il Comune, l’istituzione, reprimere comportamenti incivili, restituire decoro ed efficienza.
Don Alfonso Truono, la guardia! Sii benedetto per il buon nome che ancora si sussurra tra i vecchi cittadini di Salerno, come testimone di cose buone, semplici, decorose ed oneste! Grazie perché hai fatto tutto, quando non c’erano troppi mezzi a disposizione e con quelle poche risorse, con il rispetto che imponevano divise e ruoli istituzionali, hai servito e restituito dignità ai cittadini. La nostra vecchia e cara Salerno che profuma ancora di cose buone, belle ed utili del passato!
Poi siamo caduti in mano a politicanti, demagogia, lotta per bande e guerriglia urbana nella quale ha sguazzato la stampa e certa giustizia, creando una tela d’invivibilità e di inefficienza che ha gradualmente scassato tutto e disamministrato questa città che é piombata nei problemi di oggi. A modo mio e per mia convinzione, credo ancora che le cooperative sociali erano una risposta giusta, equilibrata ed efficiente, fatta di lavoratori che hanno amato la città e che purtroppo sono state criminalizzati, per invocare il ritorno di qualcuno che da solo sente di avere le capacità di restituire la città al suo decoro ed alla sua efficienza. Per sua convinzione egli solo può, quello che ad altri non viene permesso. Un film già visto con De Biase e che il povero Napoli é costretto a rivedere riverente.
Ma Salerno é bella di suo, la sua storia dice altro e di persone efficienti ce ne sono state tante, come don Alfonso la guardia.
C’é una strada che ancora possiamo percorrere se sottraiamo la città alla demagogia e valorizziamo le persone che amano il loro lavoro come don Alfonso Truono e le cooperative sociali, se smorziamo egoismi e presunzioni, se sapremo costruire bene il futuro.
Pensavo a tutte queste cose mentre, scendendo dall’auto, con i lampioni spenti, inciampai nelle erbe alte sui marciapiedi ed in una grande eredità di un cane in libertà.
1 Commento
ANCORA UN PO DI PAZIENZA E’ UN GIOCO REGOLARE DEL GOVERNATORE DELUCA PERCHE’ A BREVE USCIRA’ CON GRANDE NOVITA’ SOTTO SOTTO ALL’ ELEZIONI CON GRANDI NOMI DI FAMIGLIA
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