di Erika Noschese
Ritorna in servizio all’Asl, dopo una parentesi al settore Politiche Sociali del Comune di Salerno e tra i suoi primi atti una delibera per la moglie. Scandalo all’Asl di Salerno dove il Pd sembra fare da padroni. L’azienda sanitaria locale si trasforma così nel bancomat dei dem che premiano, soprattutto, il segretario di sezione a Maiori Tommaso Mansi e il consigliere comunale di Salerno Pd Vittoria Cosentino che, senza svolgere alcuna attività beneficiano di almeno 6mila euro netti al mese, senza contare la presenza del marito, Antonino Di Domenico dirigente in servizio rientrato da poco all’Asl; durante la campagna elettorale della moglie, infatti, lavorava presso il settore Politiche Sociali del Comune, a tempo determinato, per poi far rientro presso l’azienda sanitaria locale che lo avrebbe richiamato. A far scattare il campanello d’allarme la delibera del 13 marzo 2022, dichiarata immediatamente esecutivo, relativo alla costituzione del Nucleo di coordinamento aziendale per gli screening oncologici presso la direzione sanitaria aziendale a composizione multidisciplinare, nominato dal direttore generale e sotto la responsabilità del direttore sanitario aziendale. Di fatti, a seguito di una collocazione in quiescenza di un componente è stato necessario procedere alla sostituzione attribuendo le sue funzioni ad un altro componente per rafforzare l’operatività e l’efficienza del Nucleo di coordinamento per gli screening oncologici. Tra i collaboratori proprio la consigliera comunale del e il segretario cittadino del Pd della cittadina costiera. Proprio i due esponenti del Pd sarebbero stati coinvolti anche nel piano di recupero per le liste di attesa con compensi che raggiungono i cinquemila euro per volontà del dirigente responsabile Antonino Di Domenico; il piano è stato approvato nel mese di luglio 2021. Una situazione, questa, che starebbe indignando non pochi dipendenti della struttura sanitaria guidata da Mario Iervolino che vorrebbe un intervento anche da parte delle organizzazioni sindacali per fare chiarezza su quanto sta accadendo all’interno della stessa Asl e che avrebbe coinvolto anche un familiare di uno dei due esponenti dem che avrebbe ottenuto, nel giro di poco tempo, un trasferimento. Il Pd a Maiori, tra le altre cose, è reduce dallo scandalo delle tessere false e che vede tra gli indagati anche il sindaco Andrea Reale. Va infatti ricordato che, stando a quanto emerso, i dem utilizzavano le generalità di ignari cittadini per aumentare il numero dei tesserati. Lo scandalo è emerso proprio in seguito alla denuncia di alcuni cittadini che avevano scoperto di appartenere al partito pur non avendo mai sottoscritto la tessera, così come tanti altri cittadini della zona.