di Anna Villani
È tra le chiesette più antiche di Angri che necessita oggi di interventi immediati e urgenti. Un tempo, meta di agricoltori locali che affidavano il raccolto e la pace della casa. In seguito la zona si è urbanizzata e la capacità di capienza si rivelò insufficiente rispetto alle esigenze della nuova comunità religiosa che vide come primo parroco don Antonio Palombo. Fu necessario costruire una nuova chiesa che vide la luce con la direzione del parroco don Franco Alfano poi divenuto arcivescovo, prima nell’avellinese poi della curia di Castellammare – Sorrento. Con l’avvento del prestigioso complesso nell’area della 167 il precedente ed antichissimo riferimento religioso fu messo da parte in vista di una futura ristrutturazione. Cosa che non è purtroppo, accaduta. Eppure, il 1 dicembre del 2008 la Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno attraverso don Domenico D’Ambrosi (il parroco di allora) presentò un bel progetto di restauro e di valorizzazione del piccolo immobile religioso per ridonargli decoro e onore. Dopo dei colloqui iniziali don D’Ambrosi consegnò al comune di Angri un progetto redatto dall’architetto Lorenzo Gargano, che avrebbe dato una svolta alla chiesetta, ma di quelle carte è rimasta lettera morta. L’ultima parola l’hanno avuta l’incuria, il degrado, l’abbandono e perfino le lingue di fuoco che una sera lambirono la prestigiosa e antichissima porta lignea su via del Maio, distrutta in pochi minuti. Davanti ad essa ignoti depositavano sacchetti di rifiuti di ogni genere, fino a quando qualcuno gli diede pure fuoco mandando in fumo l’opera di mani sapienti che avevano lasciato una preziosità senza eguali in zona. Nemmeno allora purtroppo furono assunti urgenti provvedimenti per strapparla alla sua terribile sorte. Il progetto definitivo di restauro e valorizzazione di Gargano prevedeva di intervenire sulla chiesa, il sagrato, la piazzetta e la realizzazione di un parcheggio interrato. Un’idea funzionale, rispettosa della struttura religiosa e al contempo che avrebbe salvato la chiesetta. Con la consegna della documentazione tecnico-religiosa si chiedeva che la stessa fosse inserita nel Parco Progetto Regionale tramite il comune di Angri. Un responso che si ignora la fine fatta. La cappella di santa Maria delle Grazie in Angri è stata edificata dalla famiglia Montefusco agli inizi del Novecento. Nel 1947 fu eseguito il primo intervento di restauro conservativo di cui vi è memoria grazie ad una lapide marmorea posizionata all’interno della cappella. Sul tetto vi sarebbe un’artistica campana di piccole dimensioni. Nel 1986 il compianto vescovo di Nocera-Sarno mons.Gioacchino Illiano istituì la parrocchia di santa Maria delle Grazie. Due le visite vescovili avvenute in loco: il 3 agosto 1916 dall’allora vescovo mons.Giuseppe Romeo e la seconda il 31 maggio 1993, da mons.Illiano. La cappella è arricchita da volte artisticamente decorate in stucchi e da un pregevole altare marmoreo dedicato alla Madonna delle Grazie, la cui statua si venera nella nuova chiesa parrocchiale. A poche centinaia di metri si erige nella sua grandezza la nuova chiesa della Madonna delle Grazie, a forma di arca, un complesso monumentale comprendente anche un teatro, spazi all’aperto, la canonica, un bel giardino. La nuova costruzione calamitò l’intera attenzione tecnica e di partecipazione della comunità dei fedeli. Mentre l’antica chiesa di santa Maria delle Grazie stenta ancora a vedere un intervento immediato e mirato volto al suo recupero. Di fronte all’ufficio postale messa in un angolo rappresenta un pugno allo stomaco sul piano storico e religioso. Alcuni cedimenti strutturali hanno reso necessario la messa in sicurezza e ci si augura possa essere presto protagonista di interventi di recupero e valorizzazione per onorarne la memoria.