Orologio a parte, quell’insistito ricorrere dei “due euro falsi” fa quanto meno sospettare la provocazione – condivisibile o meno, ma limitata all’ambito dialettico – come alternativa all’intrusione nella vita di (un altro) partito. Poi Vittorio Di Battista, di fronte al montare delle polemiche, di post su Facebook ne ha scritto un altro, ironizzando su chi “mangia ogni giorno pane e volpe”. Certo è – sia stata davvero una semplice provocazione o una correzione di rotta dopo un reale ‘inquinamento’ – che il padre DiAlessandro Di Battista voleva sbeffeggiare il Pd. Agli atti resta quel Mistero Buffo, postato una buona mezz’ora prima della reale apertura dei seggi per le primarie Pd: “Oggi faro’ il bravo cittadino. Mi sono docciato, ho preso il caffe’, accesa la prima sigaretta e sono pronto. Carta di identita’, tessera elettorale e due euro, vado a votare alla sede del PD (gia’ gloriosa sezione del PCI) di Civita Castellana, in via San Gratiliano, senza numero civico”, scrive. Solo che subito dopo dice che “malgrado i due euro falsi, sono riuscito ad indicare il mio ‘segretario’ preferito, il piu’ bello ed il piu’ simpatico, Bobo Giachetti. Soddisfatto – riprende – salgo in macchina e vado a Castelnuovo di Porto, presso la Sala Polivalentedi via Renzo Gloria, ad esprimere la mia preferenza per Maurizio Martina, mio candidato autentico, malgrado – di nuovo – i due euro falsi. L’operazione riesce senza intoppi ed allora risalgo in macchina e, dopo neanche venti minuti, a Roma, vado al seggio numero 3 di Piazza Mazzini dove, per spirito caritatevole, il mio voto lo riservo per il fratello del commissario”. E qui nessun accenno al contributo nè alla sua genuinita’. “Sono felice, felice di avere esercitato un diritto democratico, felice della cortesia degli addetti ai seggi e felice di non aver dovuto superare nessun controllo”, segnala ancora Di Battista padre. Però ecco che “con un documento valido, la tessera elettorale e – di nuovo – qualche euro falso, puoi comportarti da bravo cittadino e far contenti tutti e tre i candidati, far gioire i commentatori e triplicare il numero dei ‘votanti'”. Indigesta, senz’altro, la chiosa secondo la quale “il buon Benito definiva le elezioni ‘ludi cartacei’… A ‘mbecilli!”. Si scatena, com’era facile prevedere, il putiferio. Qui scatta la controreplica a chi “ha capito tutto del mio post”, cui Dibba padre consiglia una dieta piu’ ricca di fosforo. Nel corso della giornata il Pd laziale aveva voluto contraddire, con una nota ufficiale, le dichiarazioni di Vittorio Di Battista: “Contrariamente a quanto affermato, Vittorio Di Battista non ha votato ne’ al circolo del Pd Di Civita Castellana, ne’ al seggio DiCastelnuovo Di Porto, ne’ in piazza Mazzini a Roma. Solo per la precisione”.
red.cro.