di Erika Noschese La nomina del nuovo direttore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno è sempre più vicina. Nella giornata di ieri, la Regione Campania ha approvato la presa d’atto dei lavori della Commissione di Esperti per il conferimento dell’incarico di Direttore Generale dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, previsto dall’Avviso Pubblico. In corsa, al momento, ci sono – tutti con giudizio sintetico “ottimo” e inclusi nella fascia di maggiore coerenza – Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1; Annamaria Corvino, Sanitaservice Asl Fg srl; Carmela De Cesare, direttore Uoc in riabilitazione dell’Asl Napoli 1; Giovanni Di Santo, medico specialista in Medicina Interna e in Neurologia, attuale Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Regionale del Molise; Carlo Esposito, direttore amministrativo dell’Asl Benevento; Oreste Florenzano, Direttore Generale della stessa Azienda Sanitaria molisana; Gaetano Gubitosa, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Sebastiano di Caserta; Antonio Limone, da 25 anni alla guida dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno; Claudio Napoli, componente del Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità; e Alberto Pagliafora, direttore amministrativo dell’Ospedale dei Colli. In pole position sembrerebbe esserci il numero uno dell’Asl Napoli 1 che, come già accaduto per l’Ospedale del Mare, potrebbe essere trasferito a Salerno per seguire i lavori di realizzazione del nuovo Ruggi. Tuttavia, il manager dell’Asl Napoli figura attualmente tra gli indagati in un’inchiesta avviata nel 2018, riguardante appalti nel settore sanitario campano. Al centro delle indagini vi sarebbero presunte gare d’appalto pilotate relative alle forniture anche ad aziende sanitarie, da cui emerge l’ipotesi di un’associazione a delinquere volta a favorire imprese private del settore. Nella medesima indagine risulta coinvolto anche il consigliere regionale del PD, Franco Picarone, che – secondo l’accusa – avrebbe intercesso nell’affidamento di una gara al consorzio Italia Servizi. Relativamente alla scadenza prevista ad agosto degli attuali incarichi Asl e alla possibile intenzione del Presidente De Luca di rinominare prima delle prossime elezioni regionali i direttori sanitari interviene anche il sindaco di Scafati e consigliere provinciale Pasquale Aliberti: “Entro qualche settimana saranno al lavoro nelle cinque province della Campania i nuovi direttori generali, poco prima delle elezioni regionali. Una mossa del Governatore che sembra una forzatura finalizzata ad un consenso che serve soltanto a rafforzare la sua figura alla vigilia di un appuntamento elettorale così importante, pur non essendo lui il candidato alla presidenza, archiviata ormai la possibilità del terzo mandato. Non solo, in questo modo la Sanità, qualunque sarà il risultato elettorale, resterebbe in mano all’ormai ex Presidente della Regione. Tutto questo con l’approvazione del Partito Democratico che su questa vicenda non si esprime. Un’indecenza per chi ha governato dieci anni e ha gestito la Sanità con scarsi risultati: una mobilità passiva tra le più alte d’Italia, per non parlare della medicina territoriale, della prevenzione e della emergenza che ormai non esistono più sul territorio. Un modello di organizzazione sanitaria che non è riuscito a mettere in campo neanche quando siamo usciti dal commissariamento, pur avendo poteri speciali sui quali nessuno ha avuto mai la possibilità di poter intervenire – ha detto Aliberti – In quest’ottica il candidato alla Presidenza deluchiano risulterà un burattino nelle mani dell’ex presidente e in caso di vittoria del centrosinistra, lo stesso De Luca diventerebbe un Presidente ombra della Regione in una sorta di continuità sulla sanità, sui trasporti, sui fondi di coesione, sul dissesto idrogeologico e sulle competenze che attengono a livello istituzionale regionale, operando nel modo in cui è stato percepito dai cittadini in questi anni con tutte le pecche e gli errori compiuti. La Sanità non può essere terreno di giochi di potere con conseguenze gravi dal punto di vista delle competenze, capacità e merito, giocando sulla pelle dei cittadini: sarebbe davvero un attacco alla democrazia e al voto del popolo sovrano”.





