di Erika Noschese
Diventa sempre più complesso il processo di delocalizzazione delle fonderie Pisano nell’area industriale di Buccino. A bocciare il progetto ed esprimere molte perplessità è la Soprintendenza che evidenzia come «l’area di ubicazione del progetto in esame» risulti essere oggi «localizzata in un contesto ricco di numerosi beni paesaggistici, nonché beni architettonici e archeologici tutelati dalla Parte II del Codice. Pertanto, andrebbero valutati gli impatti visivo-percettivi del progetto con i caratteri specifici del contesto paesaggistico coinvolto». Secondo la Soprintendenza, infatti, la zona che dovrebbe accogliere la struttura di via dei Greci è «circondata da un’area nella quale, data la particolare valenza paesaggistica naturalistica, viene individuato il “Corridoio regionale trasversale” della Rete Ecologica Regionale, riconosciuta e dettagliata dal Ptcp di Salerno con aree a media ed elevata biodiversità (reale o potenziale) e di collegamento ecologico». Le Pisano dovrebbero sorgere in una zona Asi ma anche in questo caso ci sarebbero particolari criticità in quanto la zona in questione risulta essere «racchiusa da versanti collinari in contesto prevalentemente montano (sistema degli Alburni) e fluviale (Fiume Tanagro) che dominano l’ambito paesaggistico oggetto d’intervento. La posizione del progetto, che prevede inserimento di nuovi capannoni e altoforni in un territorio sostanzialmente pianeggiante, comporta una ampia visibilità dell’impianto nel contesto e dello stesso, dunque, andrebbe considerato anche l’impatto cumulativo dell’insediamento a farsi con le industrie pesanti già insediate nell’area di riferimento». Diversi gli interventi da fare prima di poter aprire le porte ad una fonderia 4.0, come spesso ribadito dalla proprietà che punta a ridurre notevolmente l’impatto ambientale, come ad esempio la manutenzione straordinaria e di completamento degli edifici esistenti, la realizzazione di capannoni ed impianti per lo sviluppo produttivo dello stabilimento e, infine, l’impianto produttivo vero e proprio con due forni a cubilotto per la fusione della ghisa e di tre forni elettrici. «Il centro abitato di Buccino Scalo è posto a meno di 1 km di distanza dal sito; presso le attività produttive esistenti, che ricadono nell’area di influenza del progetto, operano in modo stabile centinaia di lavoratori, che risulterebbero esposti alle emissioni della fonderia. L’area è posta in una zona ad alta densità di aziende agricole e aziende zootecniche, con presenza di coltivazioni di alberi da frutto, uliveti e sementi, di attività a conduzione familiare per la trasformazione e produzione di olio di oliva, conserve e altri prodotti di trasformazione secondaria, che sarebbero esposte al rischio di bioaccumulo di inquinanti e danno chimico; il Comune di Buccino e i comuni limitrofi rientrano nella zona di produzione dell’olio extravergine Dop “Colline salernitane” – si legge nella relazione – Le emissioni in atmosfera dell’impianto presentano un rischio particolarmente elevato. L’impianto produce fenomeni di deposizione al suolo degli inquinanti atmosferici sia in area di vista che in area di sito».