Delio Rossi, Salernitana non è ancora finita - Le Cronache
Salernitana

Delio Rossi, Salernitana non è ancora finita

Delio Rossi, Salernitana non è ancora finita

di Enzo Sica

SALERNO – Aspetta la chiamata di una società (Pescara?) ma per ora è fermo ai box come si dice in gergo in attesa di tornare al suo lavoro di allenatore di calcio. D’altro canto un mito come Delio Rossi, lo scorso 26 gennaio ha compiuto 64 anni a Salerno ha scritto la storia per quella storica e certamente non preventivata promozione in serie A della Salernitana nel campionato 1998 -1999. Dunque un quarto di secolo da allora non può passare certamente inosservato.
E anche alla vigilia di questo interessante e anche drammatico Salernitana – Lecce di sabato prossimo all’Arechi, lui che è un doppio ex delle due squadre, ci aiuta a capire come sarà e come potrà svilupparsi questa partita.
Mister sabato in campo all’Arechi due squadre con le quali ha scritto la storia con vittorie e promozioni in tempi diversi?
«Be’, si ma credo che anche guidando altre squadre si sia visto ed apprezzato il lavoro che ho fatto in quelle società., E’ chiaro, in tempi diversi, con calciatori sempre disponibili a dare il massimo in ogni circostanza. Lo abbiamo visto a Salerno, da voi, dove con una squadra con tanti giovani riuscimmo ad arrivare nella massima serie quasi inaspettatamente 25 anni fa. Sembra ieri ma penso che quello spirito di abnegazione che c’era in quei ragazzi e con la folla granata che ci trascinava in ogni gara fu tutto molto facile per arrampicarsi fin lassù in vetta alla classifica»
Ora la situazione, purtroppo, in questo campionato della Salernitana, è davvero drammatica. In 28 gare solo due vittorie, ben 18 sconfitte. Da cosa dipendono questi risultati negativi Rossi?
«La squadra è partita davvero male ad inizio stagione cercando, poi, di risalire la china. Ma è stata frenata anche da un pizzico di sfortuna in molte circostanze non riuscendo nell’intento di aggrapparsi al carro delle squadre in lotta per la salvezza»
Da cosa è dipeso tutto ciò?
«Se si perde l’autostima che è alla base di tutto ti vengono a mancare valori importanti. D’altro canto la serie A è un campionato che non ti perdona nessuna frenata nel momento topico di ogni stagione soprattutto quando ci sono errori»
Dunque…
«Dunque ci si doveva affidare a persone competenti fin dall’inizio, ad un direttore generale come Walter Sabatini che ha cercato, dal suo arrivo in città, di fare il massimo ma probabilmente non ha inciso come doveva perchè gli arrivi di gennaio non è che finora abbiamo dato un contributo per quella spallata positiva che tutti, tifosi in primis, si aspettavano per potersi salvare»
Società assente almeno in questa stagione?
«Ma no, non direi perchè i vertici di una grande società come quella granata sono presenti, almeno così leggo e vedo. Quando le cose non vanno per il verso giusto sul banco degli imputati vanno sempre i giocatori. Ho visto, attraverso le immagini televisive, una difesa non sempre attenta ma anche in attacco ci sono state molte incertezze che non hanno permesso, agli attaccanti appunto, di incidere molto sulle difese avversarie in modo determinante»
Secondo lei la retrocessione è dietro l’angolo visto che mancano solo dieci partite al termine della stagione?
«Credo proprio di no. C sono ancora trenta punti in palio e tutto potrebbe ancora accadere. Paradossalmente facendo 26 punti con i 14 attuali si potrebbe riuscire nell’impresa. Nulla è scontato nel calcio come in questo caso della Salernitana. Che potrebbe anche fare punti pesanti contro squadre di prima fascia iniziando, però, anche a non perdere colpi con le cosiddette piccole visto che ha già perso punti importanti contro squadre della stessa levatura
Mister, lei che è un esperto si sarebbe immaginato una Salernitana in fondo alla classifica praticamente da inizio campionato malgrado la salvezza in serie A nella scorsa stagione sia giunta con ben quattro giornate di anticipo sul termine del campionato?
«La squadra secondo me non è stata rafforzata come doveva anche perchè questo terzo campionato di serie A consecutivo della squadra granata poteva ipotizzare una lunga scia di tornei nella massima serie. Vede sempre per esperienza diretta le dico che solo il primo campionato di serie A, quando si è promossi dalla B. è quello più difficile. Poi quelli che seguono sono una conseguenza e, dunque, vengono affrontati con più tranquillità e scioltezza. Cosa che spero possa ritrovare anche la Salernitana nelle ultime gare di campionato arrivando magari anche alla salvezza. Ne sarei felice»
Sabato contro il Lecce sarà dura visto che i salentini hanno esonerato il tecnico D’Aversa per quel gestaccio in campo contro Henry ed il suo amico Corvino ha portato a Lecce Luca Gotti per le ultime gare della stagione. Un esperto quale è lei che gara prevede?
«Difficile per entrambe con gli ospiti che moralmente possono stare giù per quanto accaduto contro il Verona. Spero che entrambe diano il massimo in questa corsa alla salvezza
Altre due domande prima di lasciarla: La prima come giudica il gesto di D’Aversa contro il giocatore francese: Brutto davvero non crede?
«Certamente ma tutti da fuori si fanno maestrini però non conoscendo bene le cose e non vivendole in prima persona..Stando in poltrona nessun giudizio si può dare. E prima di dare un giudizio su una persona devi camminare due giorni con i suoi stessi mocassini diceva un vecchio proverbio indiano. Questo perbenismo non lo comprendo e mi faccio la domanda di rito: se fosse successo nello spogliatoio? Se una cosa è sbagliata in pubblico è sbagliata anche in privato all’interno dello spogliatoio dove le telecamere non arrivano»
La seconda domanda è sui tifosi granata che lei ben conosce. Sabato, pare, non vogliono venire tutti allo stadio in massa a sostenere la squadra di Liverani che, ricordiamolo, lei conosce bene. Le sembra giusto un simile atteggiamento?
«Ma no, è un cosa ingiusta. I tifosi della Salernitana devono essere presenti, incitare i loro beniamini sul terreno di gioco per tutta la gara. I veri tifosi, coloro che vogliono bene al colore granata non possono disertare l’Arechi e si vedono proprio in queste circostanze in cui bisogna spingere la proprio squadra. E’ una partita importante, probabilmente non succederà niente o cambierà poco la classifica ma nel momento del bisogno la squadra, sono convinto, vorrà al proprio fianco la sua tifoseria per quella spinta in più giusta e necessaria»