Del Mese: «Sconcertanti le parole di Peppino junior» - Le Cronache
Cronaca

Del Mese: «Sconcertanti le parole di Peppino junior»

Del Mese: «Sconcertanti  le parole di Peppino junior»

«E’ sconcertante quanto affermato da Peppino Amato junior in relazione alla circostanza che un prestito così contenuto di natura personale e che lo stesso capo di imputazione quantifica in 880 mila euro, possa aver concorso in qualche maniera a determinare un fallimento di proporzioni così vaste». Ad affermarlo all’indomani dell’ennesima udienza del processo sul crac Amato sono i legali dell’onorevole Paolo Del Mese, gli avvocati Massimo Torre e Paolo Toscano. «In relazione al prestito richiesto ed ottenuto dal dottore Del Mese da parte del Cavaliere Giuseppe Amato senior – si legge nella nota – è opportuno precisare che lo stesso capo di imputazione formulato nei confronti del nostro assistito fa riferimento ad una somma ben inferiore a quella di tre milioni di euro indicata da Giuseppe Amato junior. Infatti essa è quantificata in 880 mila euro, cifra peraltro tutta da verificare al ribasso. Il nostro assistito, tramite noi, intende sottolineare questo dato per una oggettiva e più corretta informazione giornalistica, ovviamente tenendo conto che non è ascrivibile agli organi di stampa alcuna responsabilità dal momento che essi hanno riportato solamente quanto riferito dal dottore Amato in udienza. È opportuno, però, far rilevare anche quale sia la posizione del dottore Paolo Del Mese, affinché venga resa pubblica». «Inoltre – proseguono i penalisti nella nota – il prestito, richiesto al cavaliere Amato e non all’azienda, per sua stessa natura, presupponendo una restituzione, di certo non può contribuire al depauperamento di un’azienda». I due legali contestano con forza alcuni passi del contenuto del controesame di Peppino Amato Junior reso all’udienza di mercoledì. «Il nostro assistito – affermano i legali – contestano quanto riferito dal dottore Amato in ordine al messaggio trasversale che Paolo Del Mese avrebbe lanciato al sindaco De Luca e al dottore Mussari nel menzionare la cena tenutasi in Costiera Amalfitana. L’affermazione non merita alcun commento pur essendo ridicola e diffamatoria e priva di ogni fondamento».