Andrea De Simone, scrive ai nuovi “eletti” in Parlamento chiedendo di rinunciare al vitalizio. “Ho lasciato come è noto, l’impegno istituzio- nale da oltre 10 anni, ritenendo che ci sia un tempo per la politica e un tempo per fare altro – scrive nella lettera indirizzata ai nuovi se- natori e deputati – ho potuto dedi- carmi, negli ultimi anni, ad altri lavori: l’editoria per bambini; l’ac- coglienza turistica; l’enogastronomia. Prima di ogni altra cosa però, c’è stato e c’è il il tempo da dedicare ai figli che sono arrivati, alla famiglia, alla moglie.
Possibilmente un tempo né residuale, né marginale. Naturalmente, da cittadino, adulto e consapevole, non rinuncio ad oc- cuparmi, ma molto parzialmente, di problematiche relative alla no- stra comunità, come mi pare giusto anche per riscrivere un nuovo patto intergenerazionale, che costi- tuisce il vero assillo di questi tempi di incertezze sul loro futuro”. L’ex senatore De Simone, poi ha conti- nuato: “Sono stato impegnato nelle istituzioni per circa 25 anni, dalla Provincia, alla Regione, al Parla- mento.
Sempre eletto con un larghissimo consenso e sempre rispettoso della regola che vigeva allora, di desti- nare una quota delle indennità, fino al 50%, al proprio partito.
E’ il tempo che una nuova genera- zione, in ogni partito o movimento di rappresentanza, assuma incari- chi istituzionali e si cimenti, con spirito di servizio, nella più nobile funzione della politica, costruire comunità vivibili, coese, inclusive. A tutti gli eletti del nostro territo- rio, al di là delle appartenenze, au- guro un sereno e proficuo lavoro. Si ripropone, ad inizio della nuova legislatura, il tema dell’abolizione dei vitalizi. Bene. Può farlo una Legge del Parlamento o un provve- dimento degli Uffici di Presidenza delle Camere. Montecitorio d’altra parte, aveva già approvato, a Lu- glio 2017 con 348 voti a favore,17 contrari,28 astenuti, il provvedi- mento: ”Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova di- sciplina dei trattamenti pensioni- stici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali”.
Quelle dei parlamentari devono es- sere pensioni uguali a quelle di qualsiasi cittadino; si deve rivedere dunque, il ricalcolo con il metodo
contributivo, come per tutti i lavo- ratori e bisogna mettere mano ai tanti privilegi di altre categorie.
Ci si deve mettere in sintonia con il Paese che chiede, anche con il voto del 4 marzo, più giustizia e più sobrietà”. Infine De Simone ha concluso: “Bisogna dare il buon esempio e, chi ha rappresentato il Paese prima di voi, non può sot- trarsi. Noi, ex parlamentari, non dobbiamo opporci ad una buona legge, quella che da subito, può raccogliere il testo già votato alla Camera, meno di un anno fa e che non è stata discussa al Senato per l’interruzione della legislatura. Resto disponibile per ogni utile confronto”.