di Andrea Pellegrino
Si fa attendere fino alla fine, poi, in tarda mattinata Vincenzo De Luca entra dall’ingresso secondario del Grand Hotel, cercando di sfuggire alle telecamere. Prima di lui aveva fatto la sua apparizione Fulvio Bonavitacola che, nell’incertezza della presenza o meno del presidente della Regione Campania, aveva raggiunto la prima fila, conquistando il posto vicino al neo confermato segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini.
Dopo De Luca, invece, è il sindaco facente funzioni Vincenzo Napoli a raggiungere la platea del Grand Hotel. E per lui – tra l’altro socialista di vecchia data – arriva direttamente l’ufficializzazione della candidatura a sindaco da parte del presidente della Regione Campania dal palco del congresso socialista. «Sosteniamo – ha detto il governatore – con determinazione Enzo Napoli a cui va il nostro in bocca al lupo. Con Napoli proseguiamo il lavoro di trasformazione urbana». Ed a proposito della trasformazione urbana, De Luca accusa: «In Italia è un atto amministrativo ma un atto di eroismo. Per fare una grande opera – ha detto – devi sputare sangue e subire dieci processi. Nella pubblica amministrazione i grandi ladri vivono tranquilli mentre chi si assume le responsabilità di fare grandi opere ha paura di mettere una firma». «Per un’opera pubblica – incalza ancora Vincenzo De Luca – ci vogliono almeno dieci processi». Quanto all’occupazione, invece, il governatore ha detto: «Bisogna creare lavoro perchè se non porti il pane a casa prima o poi ti incontri con la camorra. Noi – ha aggiunto – siamo portatori di un umanesimo di valore, per cui è complicato avere un atteggiamento alla Salvini. Dobbiamo dare sicurezza a quelli che vivono il dramma della disoccupazione». Infine sui migranti: «Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a centinaia di bambini che giungono disperati in Europa». De Luca si è detto favorevole a concedere «il diritto di cittadinanza a chi nasce in Italia. Ai cittadini di altre confessioni religiose – ha aggiunto – dobbiamo dire che le donne posso studiare, lavorare e non devono essere sottoposte a mutilazioni».