di Arturo Calabrese
È scatenato Vincenzo De Luca. Il presidente della Regione Campania, durante il suo intervento alla cerimonia di intitolazione dello scalo aeroportuale di Salerno, ha difeso i suoi dieci anni alla guida dell’ente e ha attaccato duramente i suoi predecessori, in particolare chi ha amministrato negli anni ’90 e negli anni 2000. Il riferimento, chiaro, è stato ad Antonio Bassolino e ad Antonio Valiante. Quest’ultimo è storico personaggio politico cilentano il quale ha guidato la Regione come vice di Bassolino. Scomparso nel 2019, Antonio Valiante ha un figlio, Simone, anch’egli politico. Già deputato, ora è sindaco di Cuccaro Vetere, il paese natale. Ed è proprio lui ad intervenire nel merito, rispondendo direttamente a De Luca che definisce “smemorato del Cilento”. «Più di una persona mi ha chiesto se De Luca si stesse rivolgendo a me – le sue parole – effettivamente lo sguardo era insistentemente rivolto a me e mio padre è stato assessore regionale. Non vedo altri familiari di assessori regionali. Per mio padre non posso rispondere. Posso solo apprezzare il garbo noto, tra l’altro, di citare chi non c’è più. Il problema di De Luca che io difetto di molte cose, ma non di memoria. Ecco perché ho il dovere di ricordare al presidente i venti anni di ritardo dello scalo salernitano e a quali ostacoli sono riferibili. Lui ne sa qualcosa e i testimoni viventi sono Mimmo Volpe ad Ennio Cascetta. Se, poi, parliamo di sanità, l’operazione di risanamento è iniziata già dalla fine del mandato di Bassolino, con Caldoro e poi con lui. Ma negli ultimi dieci anni a quale prezzo per la sanità, in particolare, del sud della Provincia? Ho sentito parlare di ospedale di Agropoli, per esempio. E come dimenticare la regia politica dell’accorpamento dell’Asl unica che ha condannato la sanità del sud della provincia, a differenza di altre realtà, a proposito di Antonio Valiante, l’unica con i bilanci in attivo? – ragiona – dopodiché nessuno disconosce i sacrifici ed il lavoro di questi anni. Non mi piace la propaganda, se mai, mi piace parlare di problemi nel merito. Evito, poi, di ricordare episodi personali ed istituzionali, perché dovrei ricordare tante vicende vissute con e senza mio padre, che appunto non c’è più. Mio padre ed il suo lavoro meritano rispetto. Stendiamo un velo pietoso e comprendiamo il momento difficile ed il naturale decorso del tempo. Ognuno ha il suo stile. Io non lo cambierei con quello di De Luca e volentieri quando vuole, invece, lo invito ad un confronto pubblico sugli ultimi venti anni di politica in provincia di Salerno, perché io di memoria ne ho tanta, anche da raccontare». Insomma, le parole di De Luca non sono piaciute a molti, soprattutto in merito al Cilento e ad Antonio Valiante il quale, per ovvi motivi, non può difendersi e che però è divenuto oggetto degli attacchi di un presidente di Regione durante un incontro pubblico. Ma l’invettiva su Valiante non è stata l’unica: secondo De Luca, i milioni di euro che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha stanziato per i comuni non sono abbastanza e ancora è colpa del Governo centrale se la sanità in Campania ha problemi dato che da Roma sono periodici gli scippi sui fondi sanitari. Insomma, un De Luca contro tutti che non lesina attacchi.





