di Andrea Pellegrino
Pizza, pasta, mandolino e “doje fritture” (possibilmente di alici). Doveva essere uno stereotipo ed invece Vincenzo De Luca ha confermato tutto. Lui è il personaggio politico più discusso delle ultime ore. E’ lui che si è intestato la battaglia per il “sì”. Costi quel che costi e con tutti i metodi previsti. Anche attraverso “clientele” come si ascolta dall’audio che il Pd non ha voluto far entrare in commissione antimafia ma che l’Italia intera ha potuto sentire. Forse la prima vittima politica è Franco Alfieri, tirato in ballo durante l’incontro all’Hotel Ramada. Lui che era stato escluso dalla lista del Pd regionale stava lavorando per ritornare alla ribalta e semmai auspicare ad un posto nel prossimo esecutivo regionale De Luca. Ed invece Franco Alfieri, dopo la bufera, sa bene che, ormai, le speranze si sono affievolite. Poi c’è Matteo Renzi che probabilmente salterà la tappa di Salerno. La versione ufficiale registra la sua presenza (probabile) a Napoli il prossimo 2 dicembre ma l’entourage non nega una certa insofferenza verso il polverone sollevato dal governatore. E chi conosce il premier è certo che quel “mangiaribollita” proprio non gli è andato giù. Un po’ come fu con il sigaro di Bersani, all’epoca dell’antirenzismo di Vincenzo De Luca. Un periodo che forse Alfonso Buonaiuto, ex assessore comunale di Salerno ed ex capo della segreteria di Palazzo Santa Lucia, ricorderà per la sua mancata stretta di mano (per ordini superiori) all’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi che all’inizio della sua scalata fu ospite di una convention organizzata dagli allora cosiddetti “renziani della prima ora”. Ma ora Renzi non può abbandonare Vincenzo De Luca. I due praticamente si servono a vicenda. E non fa nulla se la polemica, prima sulle dichiarazioni sulla Bindi e poi sull’audio dell’incontro con i sindaci reso pubblico dal Fatto quotidiano, siano alimentate per la gran parte dallo stesso Partito democratico sempre più insofferente verso il governatore della Campania, che negli ultimi giorni è stato in grado di compattare un fronte contro di lui che va dalle massime cariche dello Stato (Boldrini e Grasso) fino ai massimi esponenti di tutti i partiti politici. In pratica, se De Luca dovesse vincere dalla sua avrà vita facile e semmai anche la certificazione che il suo metodo colpisce l’elettorato. In caso contrario si aprirebbe una nuova stagione politica. A partire proprio da Salerno, ingabbiata da anni ormai nel suo sistema politico. Ora De Luca imperversa su ogni testata nazionale ed in ogni tv. E chissà quanto lui ne soffra e quanto lui ne goda. Sul tavolo del referendum lui ha puntato “all in” e quindi è pronto a sfoderare qualsiasi mezzo per raggiungere il suo obiettivo.