De Luca, l’imperatore Giustiniano e la moglie Teodora. E il sindaco Napoli - Le Cronache
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De Luca, l’imperatore Giustiniano e la moglie Teodora. E il sindaco Napoli

De Luca, l’imperatore Giustiniano e la moglie Teodora. E il sindaco Napoli

di Michelangelo Russo

Una delle unioni di più felice successo nell’esercizio del Potere fu, nel corso della storia, quella tra l’imperatore Giustiniano e la moglie imperatrice Teodora. I due, non si sa se per calcolo scaltro o per effettiva competizione coniugale, governarono rimbeccandosi di continuo e stemperando pubblicamente, di volta in volta, gli eccessi e le negligenze dell’altro. In guisa, insomma da far credere al popolo dei governanti che, se talune iniziative di uno dei due della coppia apparivano crudeli, eccessive, inefficaci, l’appello all’altro avrebbe prodotto effetti calmieratori e più equi. Insomma, col gioco delle differenze tra loro, la coppia imperiale diede continuità al potere mascherando la sostanziale complementarietà tra i due gestori dell’imperio. Lo storico contemporaneo Procopio lascia intendere, tra le righe, che il merito di questa arguzia dovesse ascriversi tutto alle qualità della figura di Teodora; non soltanto alle sue capacità ed intuizioni femminili, ma soprattutto al fiuto per gli inganni affinato dalla sua professione antecedente a quella di imperatrice: la donna di strada, insomma la prostituta. Teodora, giovanotta splendida, per pochi soldi si dava anche agli schiavi quando incontrò Giustiniano, di vent’anni più vecchio. Ne beneficiò la politica, oltre che Giustiniano. La disponibilità al meretricio non può dirsi infatti che sia una dote estranea alla politica. Ora, a parte gli aspetti poco edificanti della vita privata di Teodora nella prima gioventù, mi pare che il gioco di coppia Giustiniano e Teodora nella gestione del potere vinee copiato, inconsapevolmente, tra il Sindaco di Salerno e il Governatore della Campania. A periodi alterni, il primo gioca ad interpretare veramente il ruolo del Sindaco. Censura, inaugura, presenzia, insomma si fa vedere con l’autorevolezza della sua figura perbene e della chioma bianca evocatrice di autonoma e proficua saggezza. Ma a sgretolare all’improvviso la faticosa costruzione di un accredito credibile di efficienza del potere sindacale, ecco che arriva l’apparizione del Deus ex machina Governatore, che, in guisa di Giove tonante, lancia fulmini sulla inefficienza del Comune. E così raccoglie gli applausi del popolo grato al salvatore per la sferzata inferta ai vassalli riottosi e incapaci. Insomma, sembra un gioco fatto apposta per ingigantire, di tanto in tanto, la figura del Sovrano quando le difficoltà obiettive di governo (vedi lo sfascio del debito comunale e la prossima svendita dei beni pubblici) iniziano a sbiadirne lo splendore. E in ogni caso, ne beneficia il sistema clientelare, alla fine. L’erba dei giardinetti (si fa per dire giardini) è troppo alta? Ma tagliatela, vivaddio! E chiamate subito delle cooperative, con decreto di somma urgenza! Applausi di tutti per la sveglia data a una Giunta timebonda di fronte a questo passo di banale praticabilità se non fosse per un’inchiesta ancora in corso. Ma la benedizione pubblica del Sovrano, senz’altro impavida e determinata, dà legittimità e copertura all’insicurezza e all’ossequio formale della prudenza che è il vestito verecondo che il Potere cittadino indossa dinanzi all’occhio severo del Potere giudiziario. A proposito di giardini, quelli veri e sperabili nuovamente come un tempo a Salerno ce n’erano. La Mostra della Minerva alla Villa Comunale è stata splendida. Per tre giorni ha ridato alla città il volto civile di prati fioriti e di incontri della gente tra aiuole policrome. Teodora di Bisanzio fu costruttrice di imponenti opere pubbliche (la Basilica di Santa Sofia) e protettrice di artisti e di giuristi, nel periodo d’oro di Giustiniano. Che ci vogliono le arti di una cortigiana per riavere una città meno squallida di degradi e più fiorita, come una città di riviera francese????