di Andrea Pellegrino
Riveste i panni di “sindaco emerito”, dice di essere lui “il maggiore azionista renziano in Campania” e di aver riflettuto sulla sua posizione, “mi candido alle primarie, così come prevede lo statuto”. Vincenzo De Luca ieri sera, ospite di Tgcom, ha rincarato la dose: “Altro che anatra zoppa. Nessuna regola stabilisce il mio ritiro dalle primarie o si dovrebbe dire all’Italia intera che ciò è provocato per aver attribuito ad un dirigente il termine di project manager”. De Luca si riferisce alla sentenza con la quale è stato condannato ad un anno per abuso d’ufficio nell’ambito del Termovalorizzatore. Pronuncia costatagli anche l’avvio della sospensione dalla carica, per effetto della legge Severino, poi sospesa al Tar.
Ma questo, secondo gli ambienti romani, non sarebbe l’unico problema che bloccherebbe la candidatura di Vincenzo De Luca alle primarie regionali del Pd. Per lui, infatti, l’inopportunità sarebbe sollevata da più fronti: in ultimo la decadenza dalla carica di sindaco per effetto dell’incompatibilità ai tempi dell’incarico nel governo Letta. Poi ci sarebbe la vicenda Crescent, Piazza della Libertà ed infine la Corte dei Conti che tiene sulla corda le finanze comunali. Insomma una serie di circostanze che terrebbero lontano De Luca da via del Nazareno. Senza considerare l’isolamento all’interno del partito regionale e nazionale, con le varie correnti schieratesi contro di lui già da mesi. Si dice, tra l’altro, che lo stesso Mario Casillo – unico suo sponsor forte politico all’interno del Pd – abbia già chiuso la sua personale trattativa, scaricando così il sindaco decaduto di Salerno. Il potente consigliere regionale, infatti, avrebbe richiesto la presidenza del Consiglio regionale. Con i suoi voti, nell’assemblea regionale del partito, si raggiungerebbe la soglia per annullare le primarie del 22 febbraio. Se si aggiunge che Cozzolino si accontenterebbe (si fa per dire) della candidatura a sindaco di Napoli, la partita sarebbe completamente chiusa. Il tempo di definire le alleanze (in primis con Ncd ed Udc) e Renzi, poi, in “stile Quirinale” – così come auspicato dal capogruppo regionale Pd Lello Topo – potrebbe tirar fuori il nome del candidato unico. Sui tempi si dice che massimo entro fine settimana il quadro sarà chiaro. A Porta a Porta Renzi, la scorsa sera, sulla Campania ha detto: “Sceglierò il candidato migliore per amministrare la regione. Non si tratta di scegliere un candidato d’area”. E quanto alla legge Severino, quasi rispondendo alle richieste di De Luca ha annunciato a Bruno Vespa: “Al momento non si tocca nulla”.
Sullo sfondo, quanto alle primarie, pasano le dichiarazioni di Cantone, ieri riprese dal deputato Stefano Fassina: “Occorre una legge che regolamenti le consultazioni” e su De Luca dice: “Si tratta di una situazione complicata che merita una riflessione”.
Lo stesso Luca Lotti la scorsa sera incontrando Fulvio Bonavitacola avrebbe chiuso la porta a Vincenzo De Luca. “Se De Luca prosegue sulla strada delle primarie, saranno cancellate”. In caso contrario, secondo quanto s’apprende, il Pd potrebbe anche “autorizzare” la competizione tra Andrea Cozzolino e Gennaro Migliore, seppur quest’ultimo ancora debba formalizzare la sua candidatura. Sabato, secondo il calendario, scadono i termini per la presentazione delle firme ma l’ex Sel attende ancora risposte da Matteo Renzi. Sul tavolo del rottamatore resistono però i nomi di Andrea Orlando e dello stesso Fabrizio Barca che pare abbia avviato una serie di consultazioni. Comprese quelle con Ciriaco De Mita.