di Andrea Pellegrino
Nel mentre Vincenzo De Luca tenta di rilanciare, addossando la colpa della sconfitta al governo Renzi, la riscossa degli anti deluchiani salernitani potrebbe già partire. E ieri il primo è salito direttamente al Quirinale. Si tratta di Guglielmo Vaccaro, tra i principali nemici di Vincenzo De Luca e del Pd di Nicola Landolfi. Al punto che il deputato (ex Pd) era stato costretto a candidarsi nella circoscrizione napoletana per superare il veto salernitano. Vaccaro (in rappresentanza del gruppo Idea) ieri è stato a colloquio con Mattarella. In pratica ha preso parte alle consultazioni per la formazione del nuovo governo. Vaccaro è lo stesso che tentò la scalata alla segreteria regionale, occupando anche per giorni la sede provinciale del Partito democratico, senza però ottenere nulla e scontrandosi contro il muro democrat salernitano e campano. Così, come d’altronde è capitato durante le diverse primarie che si sono svolte a Salerno e provincia. Ed a proposito di primarie, c’è un altro personaggio che potrebbe avere un ruolo chiave con un governo Franceschini o Gentiloni (nome quest’ultimo più accreditato, nelle ultime ore, come possibile premier e successore di Renzi, ndr). Si tratta di Alfonso Andria, già senatore e già presidente della Provincia di Salerno, “vittima” di quelle parlamentarie Pd che sono finite nelle intercettazioni sull’inchiesta della variante ai lavori di piazza della libertà di Salerno. Nel seggio di Nocera Inferiore – si estrapola dalle telefonate – si inserivano schede precompilate nell’urna. Ma il riscatto di Andria potrebbe esserci a breve con un posto di primo piano. Poi c’è Simone Valiante, legato a Beppe Fioroni, che anche potrebbe trovare il suo spazio. Insomma, questa volta è proprio Vincenzo De Luca che dovrà faticare per trovare una nuova collocazione politica interna al Partito democratico. Le dichiarazioni di ieri del governatore fanno capire chiaramente che De Luca già guarda oltre Renzi. D’altronde il premier dimissionario lo ha scaricato la sera delle elezioni e da giorni, ormai, neppure Luca Lotti (suo principale sponsor) risponde al telefono. Commentando ieri a Lira tv l’esito referendario, De Luca ha immediatamente tolto i panni del paladino del sì senza se e senza ma, scaricando le responsabilità su alcuni provvedimenti del governo. E su Renzi, sballottato in lungo in largo la Regione Campania fino ad una settimana fa, dice: «Hanno pesato alcuni suoi atteggiamenti di esuberanza giovanile che avrà modo di correggere». Ormai, commenta Gaetano Amatruda, vicecoordinatore provinciale di Forza Italia: «De Luca è un pugile suonato. Le colpe? Degli altri, del Governo e di Renzi. Poi addirittura si lancia nei consigli, sottolinea che Agnese è meglio del marito. È l’ipocrisia di un vecchio comunista. Ecco, Renzi ha indubbiamente sbagliato. Ma per il Pd ed il Governo la vera zavorra è De Luca – prosegue Amatruda – Ormai rappresenta il peggio della politica, il vecchio Sud. Le clientele. Il Pd ha perso anche per colpa sua e per colpa dell’arroganza di quelli come lui. Nell’idea di scegliere i figli per via dinastica c’è la crisi della politica, c’è l’arroganza del potere che mortifica il merito. Il Pd ha perso per via delle clientele, per colpa degli audio di De Luca. Ha condizionato il dibattito. Il Pd perde perché è identificato con personaggi come De Luca. Sta finendo una stagione. Il sindaco sceriffo rischia di diventare sempre più un fenomeno da baraccone».