di Andrea Pellegrino
De Luca è fuori dal Governo Renzi. La notizia era già nell’aria, poi confermata direttamente dal primo cittadino nelle prime ore del pomeriggio di ieri, ancor prima dell’arrivo del premier incaricato al Colle. «Resto a Salerno, così finisce anche la storia del doppio incarico», aveva detto De Luca, dicendo addio a quell’incarico, sicuramente atteso fin dalle dimissioni di Enrico Letta. Ed invece, il riscatto non c’è stato e l’esperienza romana del sindaco di Salerno si chiude con una viceministro che, probabilmente per la prima volta nella storia Repubblicana, non ha ricevuto alcuna delega. De Luca sperava nella promozione ma anche in un incarico dignitoso, purché avesse qualche collegamento con la sua terra. Dapprima si era ipotizzato addirittura una staffetta con Lupi, poi un incarico di sottosegretario con la delega alla portualità, ed ancora un ministero “senza portafoglio” alla coesione territoriale. Ed invece resterà fuori squadra, con tutte le conseguenze politiche del caso. Ora non gli resta che sperare nella ricandidatura a Governatore, seppur, viste le prime difficoltà della neo segretaria Tartaglione (ancora non riuscita a comporre neppure la segreteria regionale), la strada è tutt’altro che semplice. Insomma, a quanto pare, sembra che De Luca dovrà sudarsi anche il “premio di consolazione” che comunque resta in bilico, in considerazione dello spazio temporale che divide dalle prossime consultazioni per il rinnovo dei vertici di Palazzo Santa Lucia. Ma per ora De Luca annuncia: «Resto a Salerno, rimango qui per continuare a lavorare. Così abbiamo risolto anche i problemi del doppio incarico». E ricorda, ancora: «Ho fatto la guerra nel ministero e adesso mi riposo. E’ stata una guerra di principi e di realizzazioni per la nostra comunità. Una guerra contro chi pensava di poter gestire il ministero con vecchie logiche e con gruppi di potere». Una guerra, che a quanto pare, è bella che persa per Vincenzo De Luca.