di Andrea Pellegrino
Un’alleanza con de Magistris, passando per una strada renziana. Tutto questo per ritentare la carta della candidatura alla presidenza della Regione Campania. Stiamo parlando, naturalmente, di Vincenzo De Luca e il quadro immaginato in una presunta operazione “Giggino” è tratto da indiscrezioni di Dagospia. Insomma l’exit strategy di Luigi de Magistris, passerebbe anche per De Luca e viceversa. Tradotto: de Magistris lascerebbe Palazzo San Giacomo per ritornare a Bruxelles, con un lasciapassare per De Luca verso Santa Lucia. Il tutto sotto la regia di Salvatore Piccolo, democristiano di ferro oggi renziano con l’aspirazione di prendere il posto di Enzo Amendola alla guida del Pd regionale. Dunque, secondo una prima valutazione, l’operazione “Giggino” sarebbe tutt’altro che fantapolitica. Tra l’altro la condizione di Vincenzo De Luca a Napoli, nel suo stesso partito, è nota a tutti. La contrapposizione con Vaccaro, lettiano doc e per tutti padre ispiratore dello stop alla carriera ministeriale di De Luca, potrebbe indurre il sindaco di Salerno ad intraprendere una strada arancione e rottamatrice. D’altronde un cambio di rotta a 360 gradi di De Luca anche a Salerno causerebbe un terremoto interno al partito dalle enormi conseguenze. E c’è chi giura che, in considerazione dei tempi che corrono e se il Governo (ed in particolare Letta) non conferirà le deleghe a De Luca, sarà guerra politica aperta. Anche al costo di abbandonare la strada vecchia per la nuova. Renzi, da nuovo da evitare, oggi pare che si stia attirando le simpatie soprattutto dei primi cittadini. Non è impensabile che nel gruppo di fasce tricolori, compaia anche Vincenzo De Luca che, al di là dell’incarico romano, vuole fortemente la presidenza della Regione Campania. Qui il Pd, ad oggi, conta un capogruppo, Lello Topo (ieri a pranzo in provincia di Salerno) che è ormai punto di riferimento del rottamatore fiorentino. E attorno a lui, ultimamente, si contano nuovi simpatizzanti. Non ultimo a Salerno l’adesione dell’ex senatore Alfonso Andria, conseguenza, in verità, di una linea tracciata da Franceschini. Il tutto in attesa di conoscere cosa faranno i Valiante (Antonio consigliere regionale e Simone deputato), allo stato agganciati politicamente a Beppe Fioroni.