di Marta Naddei
Il loro primo passo è stato quello di presentarsi di buon’ora dinanzi al mastodontico cantiere di Porta Ovest. Avevano detto loro che in quel cantiere, a quelle gallerie, avrebbero potuto lavorare anche loro. Hanno presentato il curriculum, qualcuno di loro era stato anche chiamato per fare un colloquio, poi più nulla fino a quando non hanno saputo che la Tecnis aveva assoldato altre 60 unità lavorative, prendendole anche da cantieri fuori regione. I disoccupati del settore dell’edilizia salernitana si sono così presentati, ieri mattina, in via Ligea per presidiare pacificamente l’ingresso del cantiere a cui sta lavorando, per conto dell’Autorità portuale di Salerno, la ditta siciliana Tecnis, giunta già a buon punto con la realizzazione dell’opera. Hanno ottenuto un incontro con il direttore tecnico della Tecnis, l’ingegnere Giuseppe Miceli, che ha dato loro speranze per l’immediato futuro, fissando un nuovo appuntamento per la fine del mese, quando in cantiere arriveranno le casseformi. Ma il dramma dei disoccupati edili della provincia di Salerno resta. Ieri erano circa una sessantina, ma sono tanti, troppi, di più. Molti di loro non lavorano anche da sei anni, altri ancora sono rimasti senza sostentamento economico a causa della scadenza degli ammortizzatori sociali. Chiedono di poter lavorare, che sia nel cantiere di Porta Ovest o altrove, ma qualcuno li assuma e soprattutto smetta di dar loro false speranze. «Tra di noi ci sono gli operai più disparati – spiega Matteo Melfi – dai manovali ai geometri. Riteniamo che questo cantiere, come tanti altri fermi a Salerno e provincia, possa essere cruciale per il destino dell’edilizia e per il nostro futuro lavorativo. Pensiamo anche ai centri storici dei vari Comuni – afferma ancora Melfi – che avrebbero bisogno di una bella risistemata. Noi vogliamo lavorare, perché ogni giorno guardiamo in faccia una realtà difficile e facciamo i conti con la nostra disperazione». I disoccupati dell’edilizia, ora, proveranno anche a parlare con l’ente appaltante, ovvero l’Autorità portuale ed il suo presidente Andrea Annunziata e, contestualmente, si attiveranno presso la Prefettura. «Il lavoro è principio garantito costituzionalmente. Qualcuno farebbe bene a leggere il primo articolo0 della Costituzione e ad agire di conseguenza».