Ogni ordinanza di una Corte d’appello che dispone un indennizzo per ingiusta detenzione andrebbe comunicata al competente procuratore generale della Corte dei conti per l’esercizio, da parte dello Stato, di un’azione di rivalsa nei confronti di colui che ha causato la carcerazione non dovuta. Lo sostiene l’associazione Errorigiudiziari.com, sottolineando che “negli ultimi 31 anni (dal 1992 al 2023) lo Stato ha speso circa 874 milioni e 500 mila euro per indennizzare 31.175 persone finite in carcere ingiustamente. Eppure nello stesso periodo la Corte dei Conti ha intrapreso una sola azione di rivalsa per danno erariale nei confronti di un magistrato, recuperando la somma di 10.425,68 euro”, sottolineano i giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, fondatori dell’associazione. “Il caso – affermano – riguardava un gip di Salerno che ha emesso una misura cautelare agli arresti domiciliari, senza che il pm l’avesse chiesta”, spiegano i due giornalisti, ricordando che il magistrato cerco’ di giustificarsi sostenendo che “in fin dei conti la detenzione era stata breve”. Secondo Lattanzi e Maimone, “sarebbe importante che l’emendamento alla riforma della Corte dei Conti (in questi giorni all’esame della Commissione Giustizia della Camera) presentato dai deputati di Forza Italia Enrico Costa, Tommaso Calderone e Annarita Patriarca, venisse approvato dal Parlamento: cosi’, ogni volta che il ministero dell’Economia provvede al pagamento di un indennizzo per ingiusta detenzione, nello stesso tempo procederebbe subito a inviare una nota alla Procura della Corte dei Conti competente”
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