Pina Ferro
E’ stata una mamma a far partire le indagini che hanno portato, ieri mattina, all’arresto di 11 persone. Tra i pusher finiti in manette anche moglie e marito. Spacciare in coppia destava meno sospetti. In due continuavano a cedere dosi pur essendo ristretti al regime dei domiciliari. I carabinieri della compagnia di Nocera Inferiore, agli ordini del colonnello Francesco Mortari, su disposizione del Giudice per le indagini Preliminari Alfonso Scermino, hanno eseguito undici misure cautelari nei confronti di 11 persone (sei in carcere ed 11 ai domiciliari). Le porte del carcere di Fuorni si sono aperte per Vittorio Santaniello 54 anni di Sarno; Pasquale Robustelli 54 anni di Sarno; Francesco Ianniello 29 anni di Nocera Inferiore domiciliata a Sarno; Loredana D’Angelo 36 anni di Sarno; Bruno Gaudiello 48 anni di Sarno; Mario Sodano 34 anni nato Boscoreale domiciliato a Torre Annunziata. Sono finiti ai domiciliari: Maria Squillante 42 anni di Sarno (moglie di Santaniello); Luigi d’Angelo classe 31 anni di Sarno; Giovanni Stellato 22 anni di Sarno; Marcello Amato 23 anni di Sarno; 39 anni di Torre Annunziata, amica di Sodano. Per tutti le accuse sono di di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Tutti gestivano lo spaccio di sostanze stupefacenti rifornendo in modo particolare i frequentatori di locali dell’Agro nocerino. Non appartenevano ad alcun sodalizio criminale. Sono da considerarsi gruppi di spacciatori coppie di coniugi o di fratelli che spesso utilizzavano le propie abitazioni per incontrare gli acquirenti e cedere la droga.In tutto sono sei i gruppi individuati. Sempre ieri mattina, nel corso di una perquisizione in via Oplonti a Torre Annunziata, presso l’abitazione di Mario Sodano i militari hanno rinvenuto e sequestrato 30 grammi di cocaina suddivisa in dosi e pronta per essere ceduta agli abituali assuntori. Da alcune indiscrezioni sembra sia stata una mamma a dare il via all’indagine, segnalando agli investigatori i nomi di coloro che fornivano di droga il figlio. Il fascicolo fu poi affidato al sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti della Procura di Nocera Inferiore. Furono disposti servizi di pedinamento ed intercettazioni Lo spaccio avveniva non solo nelle abitazioni di alcuni degli indagati (due erano ai domiciliari ma ricevevano puntualmente i loro acquirenti) ma anche in una villa. La struttura situata in via Sarno Palma presentava una grata, dalla quale uno degli arrestati, un 54enne, forniva la dose di cocaina ai giovani assuntori Gli indagati usavano, un linguaggio in codice al fine di evitare di destare sospetti o di essere smarcherati in caso di intercettazioni telefoniche. La droga diventava spesso “mozzarella” o “caffè”. L’attività era talmente florida che i pusher palando tra di loro esortano a porre un freno: “Andiamo più piano, la gente è troppa”. Tra tutti i gruppi individuati non vi era alcuna concorrenza: se la droga non era nelle disponibilità del primo, subentrava il secondo.