di Erika Noschese
Tra i candidati al Parlamento Europeo, in quota Forza Italia Noi Moderati per il collegio sud, c’è Angelo Antonio D’Agostino, patron dell’Avellino Calcio. In questi giorni, oltre a dedicarsi alla sua squadra sta girando in lungo e largo le regioni del sud per raccontare la sua idea di Europa, il contributo che intende portare in Parlamento Europeo e, soprattutto, rimettere i giovani al centro dell’agenda politica europea. Proprio nei giorni scorsi, il presidente D’Agostino è stato inserito nella lista degli impresentabili diffusa dalla commissione Antimafia, guidata da Chiara Colosimo. «Non sono impresentabile: i criteri della Commissione parlamentare antimafia non soltanto costituiscono una lesione dei diritti costituzionali, ma non fanno giustizia della realtà», ha dichiarato il presidente D’Agostino, sindaco di Montefalcione, rinviato a giudizio nel 2016 con l’accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio. «Questa accusa – ha spiegato il suo difensore, Teodoro Reppucci – è decaduta mentre permane quella di falso rispetto alla quale, pur potendo far valere la prescrizione, intervenuta ormai tre anni fa, D’Agostino è rimasto nel processo per chiedere con forza l’assoluzione con formula piena perché certo della propria innocenza». Onorevole, candidato al Parlamento Europeo, perché la scelta di scendere in campo? «Perché credo nel Sud e nelle sue potenzialità, enormi, da valorizzare. Al Mezzogiorno voglio provare a restituire quanto ho ricevuto in termini di vicinanza, formazione e affermazione, umana e professionale. Credo di poter dare un fattivo contributo nelle vesti di parlamentare europeo mettendo a disposizione l’esperienza maturata. Sono un imprenditore, sono stato deputato della Repubblica, sono sindaco del mio paese, Montefalcione, piccolo centro dell’Irpinia profonda. Oggi la partita dello sviluppo si gioca sul filo diretto tra Europa e territori. È l’Unione a fissare l’orizzonte, definire le regole e garantire le risorse. In Europa va rafforzata la voce dei territori, la loro specificità. Ringrazio l’onorevole Antonio Tajani per la fiducia che mi ha sempre riservato: da due anni come responsabile nazionale Sviluppo del partito, oggi chiedendomi di rappresentarlo alle europee». Uno dei suoi cavalli di battaglia è sicuramente la sicurezza. Cosa manca oggi al nostro sud? «Se intende la necessità di costruire Difesa e Sicurezza comuni, alla luce di quanto sta avvenendo nel mondo dove si moltiplicano le zone di guerra e ad alta tensione, non c’è dubbio: è una priorità, lo è per tutti i cittadini europei. La nostra proposta di istituire un Commissario europeo alla Difesa risponde a questa logica, di tutela dei cittadini. Sul Mezzogiorno, le rispondo partendo dagli incontri con centinaia di persone avuti in questi giorni. È un’urgenza avvertita ovunque, un tema di cui si dibatte da decenni. Lavoro per i giovani. Ma stavolta proverei a dirla diversamente, a invertire i fattori, perché va cambiata la mentalità innanzitutto, sono soprattutto le risorse umane a mancare. Il Sud non ha bisogno di assistenza. Va messo nelle condizioni di competere facendo leva sulle sue migliori energie. Fondi europei destinati alle aree più svantaggiate dovranno arrivare realmente ai territori che ne hanno diritto. Ecco, questo dovrà essere il nostro cavallo di battaglia». Più Sud in Europa, una sfida difficile ma non impossibile… «L’Europa è più vicina di quanto non si possa immaginare. I fondi non spesi tornano indietro facendo emergere i nostri limiti. Superarli è compito della classe dirigente. Penso ad un supporto ai comuni nella realizzazione di progetti validi e condivisi. I campanilismi e i mille rivoli non portano da nessuna parte, questa è un’altra delle grandi sfide da vincere. Infine, mi consenta di ricordare come si vota, scrivendo il cognome sulla scheda. Significa che non ci sono pacchetti pre-confezionati di candidati né, peggio, imposizioni politiche. Si vota liberamente. E il voto crea un rapporto diretto tra i cittadini e chi li rappresenterà». Giovani e formazione, quali misure mettere in campo? «Purtroppo almeno una generazione è “saltata” a causa dello spopolamento dei territori. I nostri migliori figli continuano a partire in cerca di futuro e a non tornare più. Come le anticipavo sono soprattutto le risorse umane a mancare. Mancano giovani con competenze pronte da spendere nel mercato del lavoro e questo glielo posso testimoniare in maniera diretta da imprenditore che opera in tutto il Paese. Se questo accade, bisogna determinare le condizioni affinché i nostri ragazzi possano costruire e impegnare sui territori le loro capacità. Come? Mettendo in rete i centri di sapere, investendo sull’alta formazione specialistica cucita sulle vocazioni dei singoli sistemi locali: è questa la chiave per restituire concreta e strutturale prospettiva di progresso al Sud. Dobbiamo guardare ai prossimi decenni, dobbiamo alzare lo sguardo nella consapevolezza che abbiamo perso tempo rincorrendo strategie e politiche sbagliate. Mi rivolgo a quanti sono impegnati in politica a tutte le latitudini e quanti ricoprono ruoli di classe dirigente, su questi temi, tutti, dovremmo interrogarci e impegnarci a fondo». Oggi l’Europa appare particolarmente lontana, come debellare il fenomeno dell’astensionismo? «“Questo voto difende la libertà e la democrazia, rafforza l’Europa”. Faccio mie le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ed è soprattutto ai giovani che mi rivolgo. Andate a votare: è un’elezione molto più importante di quanto non possiate immaginare per il vostro futuro». Quale risultato auspica per Forza Italia? «Il Vicepremier Tajani indica un risultato a due cifre per l’affermazione e la crescita del nostro spazio politico, quello compreso tra Schlein e Meloni. Condivido e aggiungo un tema di cui poco si parla ma che è bene sapere. Le maggioranze si formeranno in parlamento. Nonostante ciò una certezza c’è già, anzi due. Che Forza Italia si colloca nel Partito popolare europeo, il primo in Europa. La seconda è che più forte sarà il consenso ricevuto, più il Mezzogiorno e l’Italia saranno al centro dell’Europa nel determinare le scelte». Appello al voto: perché scegliere Forza Italia? Perché votare per lei? «Più che lanciare un appello vorrei invitare alla riflessione i vostri lettori. Se ricordano cinque anni fa chi hanno votato, rifacciano pure quella scelta. Se così non è e avrò l’onore della loro fiducia sarà questo il mio impegno: fare in modo che tra cinque anni ricordino ancora di aver scritto D’Agostino accanto al simbolo di Forza Italia».