
di Erika Noschese
Roccaraso? No, grazie. Sembra che la città di Salerno, da una prima analisi effettuata presso agenzie di viaggio accreditate del comune capoluogo, sia rimasta “immune” da quella che potremmo definire l’influenza degli influencer. Dopo il boom di visualizzazioni realizzato dalla tiktoker Rita De Crescenzo, che invitava a recarsi a Roccaraso per godersi una giornata sulla neve, si sono registrati numerosissimi altri video di altrettanti influencer, più o meno noti, che hanno colto la palla al balzo per tenere attivo un trend social che riguarda proprio la località sciistica. A tal punto che alcuni inneggiano addirittura all’invasione, al grido letterale di “Invadiamo Roccaraso”. Il fenomeno non è di poco conto, considerando sia i numeri ottenuti dalla sola De Crescenzo in termini di visualizzazioni (parliamo di quasi due milioni di views in sole 24 ore, per un video su TikTok, ndr) sia per quello che si è materialmente verificato nella località sciistica: il boom di visitatori si è effettivamente verificato, a tal punto da far registrare pullman stracolmi, folla nei locali e disagi logistici di non poco rilievo. E infatti sono stati proprio i visitatori, sempre a mezzo social, a lamentarsi di quanto fosse poco efficace il sistema di accoglienza e di gestione dei flussi da parte del Comune di Roccaraso. Con il paradosso, ulteriore, che le accuse non sono poi ricadute sulla scarsa organizzazione della località presa d’assalto ma sulla tiktoker, che avrebbe creato i presupposti per un disagio importante.
Veniva da chiedersi, visto l’ampio raggio dell’algoritmo dei social network e considerato anche il successo ottenuto dalla De Crescenzo in occasione della sua presenza a Salerno, in zona orientale, per l’inaugurazione di un’attività commerciale, se anche dalle nostre parti il boom si fosse registrato in termini di bus organizzati e di richieste da parte di singoli cittadini sulle modalità di accesso a Roccaraso. Ma stando alle parole di Maria, professionista della “Travel Before” di Salerno, il caso specifico non ha riguardato la nostra città. Nonostante ciò, però, i cittadini non risultano “immuni” dalle proposte social, anzi.
I social gridano all’unisono “Invadiamo Roccaraso”. Si parla, quindi, di vero e proprio boom di richieste. Può confermare?
«Personalmente, non abbiamo registrato alcun boom. Almeno noi, sia chiaro: quelli che si rivolgono a noi vanno in Trentino, o verso altre mete. Anche estere. Ma se si parla di andare “sulla neve”, la destinazione preferita è il Trentino».
Eppure si parla di boom, chiaro e tondo, causato da social e influencer, per Roccaraso.
«Per questo boom di Roccaraso, scatenato dai social, ammetto che purtroppo succedono queste cose: ci arrivano alcune tipologie di richieste scatenate dalle visualizzazioni sui vari social, ma ciò accade per le destinazioni più disparate. Basta che un influencer abbastanza accreditato vada in una località abbastanza abbordabile e si scatena tutta una serie di reazioni a catena».
Non solo per una località specifica, come in questo caso per Roccaraso.
«No, capita anche per altre destinazioni. Dipende dal seguito dell’influencer di turno. La nostra agenzia non tratta questo genere di gite, con pullman organizzati, non è un mercato che abbiamo. Ci sono, poi, altre agenzie che realizzano anche questo genere di proposte, comprendendo anche la gita di un giorno: quindi, basta un capogruppo che fa una richiesta del genere e ci si mobilita».
Con quale frequenza capita che vengano chieste informazioni o si organizzi un viaggio sulla base di un input ricevuto a mezzo social?
«È un fenomeno che capita spesso. Basta che un influencer ne parli e subito si accende l’interesse da parte del pubblico. Ma accade già da qualche anno, dal post-Covid. Dopo che si è ripreso di nuovo a viaggiare si è palesemente inaugurata questa tendenza».
Cosa richiedono?
«Ci sono richieste individuali, da parte di persone che vengono perché gli influencer hanno individuato una meta particolare. Ci è capitato, ma parliamo del passato e del periodo estivo, prevalentemente di organizzare su Mykonos, Santorini e simili, ma è una cosa capita molto spesso, lo posso assicurare. I social sono pieni di travel blogger che viaggiano, fanno le loro recensioni su tutto, cibo, località, albergo, di tutto. C’è questa tendenza di mercato, che riguarda proprio la totalità delle richieste di mercato e non solo il comparto viaggi».
L’influenza dei social ha penalizzato il vostro settore?
«Ha penalizzato un po’ il mercato, in generale. Quelli che se la cavano con internet si organizzano le vacanze fai da te; quelli che ancora hanno bisogno di assistenza vengono da noi. Oppure, vengono da noi e sanno già quello che vogliono perché lo hanno visto su Instagram. Il mercato ormai funziona così».