Dieci anni intensi, fatti di incontri, di magiche alchimie, di scoperte, di serate all’insegna della cultura e della promozione del territorio attraverso una piccola, grande bottega a pochi passi dal lungomare e dalla statua della Spigolatrice ed a non molta distanza dal centro di Sapri. Antonio Sardegna, per tutti lo Chef dei Profumi, ex dipendente delle Ferrovie dello Stato, nel marzo 2013 decide di trasferirsi nel Golfo di Policastro e crea un piccolo, grande mondo dove tutto l’anno frotte di persone entrano, estasiate dalle sue essenze e dal suo modo di raccontare un territorio attraverso il commercio, con stile ma con una passione fuori dal comune. Soprattutto d’estate, fino alle prime luci dell’alba davanti al suo laboratorio è una festa continua in un impasto di musica, allegria, profumi e balli.
Antonio, cosa hai capito di Sapri e del Golfo di Policastro in questo primo doppio lustro come Chef dei Profumi?
«Beh, diciamo che ormai in questi 10 anni io e il Golfo siamo diventati una cosa sola. Quando si parla di me, si parla ormai di Sapri e di un intero territorio. Un territorio dalle due facce: da una parte le innumerevoli potenzialità che ho capito come sfruttare mettendo tutti nelle condizioni di trarre dei benefici, dall’altra le difficoltà di diffusione per sviluppare una catena turistica non solo legata alle regioni limitrofe».
Cosa nasce di magico tra te e chi viene a scoprire il tuo mondo? Qual è il segreto di questo successo?
«Ormai, per chi viene a Sapri è diventata quasi scontata una visita allo Chef dei profumi. Lo percepisco e mi rende felice. Ma non solo a livello commerciale, soprattutto a livello umano. La mia bottega è un luogo di ritrovo, congegno raffinato di arte e cultura, tempio del profumo. Non esiste magia, ma un bisogno inconscio di rapporti umani che nella mia bottega sono diventati virali e contagiosi, credendo vivamente che siano proprio questi i segreti del mio umile successo popolare».
Come si è evoluto, dal 2013 ad oggi, il tuo rapporto con Sapri e la sua gente?
«Dal 2013 ad oggi il mio rapporto con la città è andato crescendo anno dopo anno,
fino al punto di sceglierla come mia dimora di vita. E credo che la fiducia reciproca con gli stessi cittadini sia stata fondamentale, sia per una mia personale progettualità che per una serena e reciproca convivenza. Per arrivare a ciò, ho fatto si che si conoscesse prima l’uomo e poi l’imprenditore».
Cosa manca a questo territorio per poter definitivamente emergere ed entrare in grandi circuiti turistici, anche attraverso un’idea particolare di commercio e di promozione come quella che tu stai portando avanti?
«Come ho detto prima questo territorio è tanto bello quanto difficile, parlo a livello commerciale naturalmente, anche perché per quanto riguarda il resto, sembra di vivere in paradiso. Ma è evidente che ad un uomo come me dalle innumerevoli iniziative questo non può bastare. Chiedo e voglio di più. In primis lo chiedo a me stesso. Anche io posso fare e dare di più. Ma certamente ho bisogno del supporto di tutti gli addetti ai lavori. Credo che abbiamo un grande sindaco, molto vicino alle problematiche della città ed una Pro Loco che nell’ultimo anno ha svoltato pagina con iniziative considerevoli; colleghi dalle notevoli capacità e un paesaggio naturalistico invidiabile al mondo intero. Insomma, si dice che l’unione fa la forza e questa può essere una giusta medicina. Dando sempre un’immagine che non deluda mai le aspettative del turista, facendo un’incessante pubblicità durante tutto l’anno. Ingredienti che poi sono gli stessi che ho utilizzato io in questi 10 anni per la mia umile popolarità. Capisco anche che forse per un intero territorio ci vorrebbe ben altro ma, sicuramente, sarebbe un buon inizio».
Vito Sansone