Una breccia è stata aperta nel muro del collegio dei liquidatori. L’accordo, quello, non è stato ancora raggiunto ma la strada intrapresa lascia sperare che il sacrificio chiesto ai lavoratori possa essere quasi pari allo zero. Allo stato, si potrebbe parlare di una ipotesi di accordo che potrebbe essere ratificato nella giornata di lunedì quando sindacati e vertici aziendali si incontreranno nuovamente. Nella mattinata di ieri, la riunione nella quale le parti sono giunte almeno ad una preliminare intesa per quel che concerne gli esuberi che, allo stato, ammontano a circa 130 dipendenti. Per parte di loro non dovrebbe più esserci alcuna procedura di mobilità: infatti, parti sociali e azienda hanno convenuto sull’adozione della cassa integrazione in deroga per l’intero personale in esubero, annullando, dunque, la distinzione tra i circa 100 che avrebbero dovuto accedere all’ammortizzatore sociale e i 28 indicati nella nuova procedura di mobilità aziendale per i quali sarebbe scattato, invece, il licenziamento. Con questi numeri e questa ipotesi la delegazione salernitana si presenterà giovedì alle 19 al tavolo dell’assessore regionale al lavoro, Severino Nappi, che, nel corso dell’incontro dello scorso 6 dicembre, aveva espressamente richiesto un piano condiviso da azienda e sindacati al fine di poter accedere alla cassa integrazione in deroga per i dipendenti in esubero.
Il versante maggiormente problematico e su cui i sindacati puntano al ribasso resta quello delle decurtazioni sulle buste paga dei lavoratori, a causa della disdetta (entrata in vigore lo scorso primo dicembre) delle cosiddette contrattazioni integrative. Le richieste dei sindacati all’azienda, e che saranno discusse proprio lunedì, sono tre e sono punti fermi: il Cstp dovrà revocare integralmente il provvedimento di disdetta degli accordi di secondo livello; l’eventuale congelamento dei ticket; il calo della decurtazione, sempre e comunque temporanea, dall’8% lordo sugli stipendi dei lavoratori (che al netto sarebbe del 5% per circa 150 euro in meno sugli emolumenti), portandola ad un lordo del 5% e riducendolo dunque al minimo. Lunedì, dunque, sarà l’ennesima giornata cruciale per i dipendenti del Cstp. Dovrà essere accordo, necessariamente. Ulteriori margini di trattativa non ce ne saranno. In tal senso sembra che i liquidatori abbiano ammorbidito la propria posizione e che, rispetto a prima, le possibilità di non ridurre sul lastrico i lavoratori (già alle prese con stipendi e premi di risultato arretrati e già sensibilmente provati da una situazione che si trascina avanti da ormai due anni) siano aumentate.
Ma se da un lato il Cstp ancora fatica a far quadrare i conti e non riesce a garantire la puntualità del pagamento degli stipendi a causa dei ritardi dell’erogazione dei corrispettivi sui servizi da parte della Regione Campania, proprio da Palazzo Santa Lucia hanno avuto un’altra brillante trovata che farà storcere più di qualche naso. Il trasporto pubblico campano è al collasso a causa dei tagli e per autobus e treni che non ci sono arriva lo “Intelligence trasport system”, ovvero un sistema di infrastrutture tecnologiche applicato a tutte le aziende di trasporto pubblico locale della Campania. (dotazione per treni, bus e tram di computer di bordo, gps, videosorveglianza, tecnologie per la tracciatura a bordo del viaggiatore; paline intelligenti per l’informazione all’utenza; palmari per il personale viaggiante per le operazioni di controlleria). Un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro che, con un trasporto nelle condizioni di quello Campano, forse potevano essere utilizzati diversamente. E sulla questione è intervenuto il segretario regionale della Filt Cigl, Mario Salsano: “E’ assurdo che l’assessore regionale ai trasporti Sergio Vetrella, invece di preoccuparsi dello stato comatoso del servizio di trasporto pubblico locale, della manutenzione dei mezzi, che sono tra i più vetusti d’Italia, del livello tecnologico della rete, inefficiente ed inadeguata, individui come priorità la realizzazione di un sistema che ha dei costi enormi, non produce vantaggi economici e richiede tempi lunghi con il rischio che la tecnologia diventi obsoleta. Se sono disponibili tante risorse si spendano piuttosto per l’acquisto di nuovi treni, per la manutenzione e per migliorare le tecnologie a supporto della sicurezza dell’esercizio. Chiediamo che si effettui una discussione monotematica sui trasporti in Consiglio Regionale, per l’evidente incapacità di programmazione e di gestione da parte dell’assessore Regionale ai Trasporti”.