di Andrea Pellegrino
Rainone avverte il Comune: «Si acceleri la procedura». Una lettera indirizzata al Comune di Salerno che suona come una vera e propria diffida presentata dalla ditta (Rcm) che sta realizzando il Crescent di Santa Teresa, attualmente sotto sequestro dopo l’inchiesta (sulle autorizzazioni paesaggistiche e sul Pua) disposta Procura di Salerno e bloccato dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le autorizzazioni paesaggistiche alla base dell’iter amministrativo della mega opera. E mentre il valzer delle competenze si sposta tra Palazzo di Città e la Soprintendenza con gli enti alle prese con le procedure da seguire, Rainone ha scelto la strada della corrispondenza ufficiale. Il legale rappresentante della Crescent Srl, sostanzialmente, ha chiesto che si attivino tutte le procedure necessarie, così come stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato che si è pronunciato sull’appello presentato da Italia Nostra e No Crescent. In pratica il Comune di Salerno deve ripartire da zero in merito all’iter che dovrebbe portare poi ai pareri paesaggistici. Al momento mancherebbe l’avvio dell’iter, ed in particolare la convocazione dell’apposita commissione del paesaggio (al centro, tra l’altro, di polemiche per la presunta illegittimità di alcuni componenti) ed il conseguente passaggio in Soprintendenza. Intanto Italia Nostra torna alla carica, in vista dei ricorsi in discussione al Tar di Salerno, sempre relativi al comparto di Santa Teresa. Infatti, per il 20 febbraio è fissata l’udienza relativa alla richiesta di annullamento del permesso a costruire rilasciato per il primo settore della mezza luna di Bofill, già bloccato in sede cautelare dai giudici amministrativi salernitani. «Dopo l’annullamento da parte del Consiglio di Stato delle autorizzazioni paesaggistiche sul piano attuativo di Santa Teresa e sul progetto del Crescent, anche il Tar Salerno – dice Raffaella Di Leo, presidente della sezione salernitana di Italia Nostra – dovrà uniformarsi alla sentenza del Consiglio di Stato». «Il Tar – affermano gli ambientalisti – non potrà che confermare la illegittimità anche del permesso di costruire del settore 1, per illegittimità delle autorizzazioni paesaggistiche sull’intero Pua Senza tale settore, quindi, il Crescent non potrà mai essere conforme a quanto progettato da Bofill. Ci si attende questa volta una presa di posizione chiara da parte del Tar Salerno, per evitare la compromissione ulteriore dell’area paesaggisticamente vincolata».