«Invieremo il nostro dossier Minima Moralia agli ordini professionali e alla Provincia di Salerno». Il comitato No Crescent, insieme ad Italia Nostra, qualche coscienza l’ha già svegliata in città ma “O’ sistema” (sottotitolo del dossier che racchiude la battaglia contro la realizzazione della mezza luna di Bofill) è ancora forte, vivo e vegeto.
E gli ordini professionali, ingegneri, architetti, geologi ed avvocati, a quanto pare, non è che di fronte alle scelte urbanistiche e strategiche cittadine, almeno fino ad oggi, si siano mai stracciati le vesti. Anche ora che si vuol costruire a pochi passi dalla sede che ospita l’ordine degli architetti.
«Anche loro sappiano che cosa accade sotto i loro occhi», dicono i tecnici e i legali del No Crescent, tra cui l’architetto Vincenzo Strianese, i legali Pierluigi Morena e Oreste Agosto e il geologo Alberto Alfinito. «Invieremo il nostro dossier al presidente Alfano (ordine degli architetti) e presidente Corradino (ordine degli ingegneri di Salerno), oltre ai presidenti degli ordini dei geologi ed avvocati, per segnalare, raccontare ed evidenziare che senza la complicità degli ordini non è possibile attivare un reale processo di trasformazione urbana».
«Il presidente dell’ordine degli architetti si è del resto addirittura espresso favorevolmente sulla realizzazione del Pua di Santa Teresa, riferendosi particolarmente entusiasta dell’intervento della Piazza. Per gli altri ordini il silenzio è stato quanto mai assordante, in quanto non è dato sapere se è equiparabile a quello della Soprintendenza (silenzio, assenso). Anche tutto questo ha inevitabilmente prodotto la devastazione del rapporto con il centro storico, nonché del tratto più qualificante della nostra costa».
«Assistiamo, in città, alla difficoltà dei professionisti cittadini, completamente allo sbando – dicono – a nostro avviso la morte professionale rappresenta la morte di una città (e viceversa), ad oggi mascherata, dalle Luci e dalle opere del Teatro Verdi. La triste realtà è che molti sono costretti ad andare altrove per concretizzare i sacrifici di una vita, o più semplicemente per cercare lavoro».
«Si è consentito in questa città che arrivassero altri a far fortuna – proseguono – ed in particolare degli architetti spagnoli, alla corte del loro leader amministrativo, fatta eccezione per qualche eletto locale “proposto” all’imprenditore di turno. Architetti, fautori di architettura contemporanea (qualora possa definirsi contemporaneo l’intervento neoclassico del Crescent) che hanno visto dimenticare il centro storico, ridotto a catasto di contenitori non più “storici” ma vecchi».
Nessun concorso di idee, finalizzato ad ottenere dei finanziamenti per la valorizzazione e il recupero dei centri storici. «Infatti quei pochi che hanno visto solo iniziare i lavori che quindi hanno ottenuto finanziamenti comunitari non è dato sapere con quali criteri siano stati affidati alla progettazione e alla relativa direzione dei lavori (vedi Palazzo Fruscione e la Chiesa dell’Annunziata)». Accusano dal Comitato No Crescent: «Non c’è stato nulla di nulla». «Oggi gli ordini stanno toccando con mano le scelte politiche calate dall’alto che non tengono conto della realtà vocazionale del territorio che, non può prescindere dalla storia e soprattutto dal rapporto con l’ambiente ed in particolare con il mare, oggi praticamente cementificato».
Ma il dossier approderà anche sulla scrivania del presidente della Provincia Antonio Iannone, annunciano. «Vogliamo sapere che senso ha approvare una variante al Puc di Salerno quando è in vigore il Ptcp, che si è avvalso di accademiche consulenze ma che è oggi non è tenuto in considerazione, dagli stessi organi tecnici. Ad un anno dall’approvazione vogliamo sapere quali sono le procedure per la sua attuazione, che potrebbero essere l’ultima speranza per avviare una pianificazione urbanistica coordinata e partecipata dai singoli comuni, riferiti agli ambiti di appartenenza. Ad oggi i singoli non possono pensare di poter procedere, badando solo al loro orticello, senza considerare ciò che accade nel contesto». «Il comitato non dispera – concludono – convinto che una nuova era di partecipazione democratica sia iniziata. Una nuova era che possa far delineare le linee di sviluppo del nostro territorio e non devastarlo con speculazioni fine a se stesse ed autoreferenziate. Se così non fosse gli ordini possono pure chiudere. Così come la Provincia».
Il “verificatore” Rampino nuovo dirigente del Genio Civile di Salerno. Approda a Salerno l’ingegnere Celestino Rampino, nominato nuovo dirigente del Settore Genio Civile di Salerno. Rampino, già dirigente di Ariano Irpino, è stato di recente il verificatore che ha risposto ai quesiti sulla vicenda Crescent. La sua relazione, considerata da Italia Nostra e No Crescent, la più rispondente alla realtà e la più precisa, è ora agli atti dell’udienza che si terrà martedì prossimo al Consiglio di Stato. Attento alle problematiche geologiche del territorio, l’ingegnere Rampino si è occupato di importanti tematiche nell’ambito regionale, ed è considerato e stimato per la sua professionalità e lo studio ai problemi di carattere sismico e geologico. C’è chi scommette che qualcosa cambierà negli uffici di via Sabatini.
12 aprile 2013