di Andrea Pellegrino
«I permessi di costruzione non possono essere rilasciati. Il Puc originario non esiste più. E’ stato variato tutto nel corso nel tempo». Proseguono la loro battaglia Italia Nostra e No Crescent che ieri mattina, nella saletta del bar Verdi, hanno illustrato le prossime mosse, all’indomani dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Salerno che ha tracciato la strada per la riapertura del cantiere Crescent. «Diffideremo nuovamente l’architetto Cantisani – spiega l’avvocato Oreste Agosto – a non rilasciare titoli illegittimi. Stessa diffida sarà inoltrata al presidente della giunta regionale, ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca». Inoltre, incalza Oreste Agosto: «Se vorranno costruire sarà a loro rischio e pericolo, da parte nostra abbiamo l’intenzione di intraprendere nuove azioni sotto il profilo giudiziario. Se fosse per noi, consiglieremo a De Luca e Cantisani di sospendere i permessi fino all’esito del processo in corso. D’altronde lo stesso Tribunale ha precisato che l’ordinanza non pregiudica l’attuale procedimento processuale». L’altra azione riguarda la revoca dell’ordinanza che riapre il cantiere di Santa Teresa. «La strumentazione urbanistica – spiega l’architetto Vincenzo Strianese – è cambiata nel corso del tempo. Ora c’è un nuovo Pua e la procedura va riconsiderata totalmente». A partire dal passaggio (mancato) in aula consiliare della nuova variante che è stata prodotta dopo le prescrizioni imposte dalla Soprintendenza di Salerno con il taglio di tutti gli edifici pubblici e l’abbassamento dell’altezza dell’emiciclo. Nonostante si tratti di una variante al Pua, l’eliminazione degli edifici pubblici (le due torri e l’edificio Trapezio) varierebbe il Puc. Quindi il tutto dovrebbe tornare in Consiglio comunale. «L’opera è abusiva e va abbattuta perché mancano le dovute autorizzazioni paesaggistiche», dice invece Pierluigi Morena rappresentante del comitato No Crescent. Infine un passaggio sul caso Sist, la società che fa riferimento all’ex Jolly Hotel, proprietaria di una porzione di suolo di Crescent. «Questa società non ha chiesto nessun dissequestro – continua Agosto – ed anche questo stiamo valutando».
Resta, intanto, aperta la partita in Cassazione seppur resterebbe in piedi soltanto il ricorso presentato dalla Procura di Salerno avverso la prima istanza di Riesame, nel mentre cadrebbe – visti gli ultimi sviluppi – quella presentata dalla Crescent srl. La società che fa capo ai Rainone avrebbbe già provveduto a stipulare una polizza fidejussoria a favore del Comune di Salerno per il rilascio dei permessi di costruire. Questo farebbe venir meno l’istanza in Cassazione presentata da Lorenzo Lentini, legale della Crescent srl, con la quale si impugnava la decisione del Riesame di tenere sotto sigillo la mezzaluna di Bofill alla luce del mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione.