Pina Ferro
Mare e spiaggia non producono diritti edificatori, la divisone del comparto in due è ok, la variante per i negozi si poteva fare non serviva la conferenza programmatica e il fusandola è un collettore. Alcune delle affermazioni dell’architetto Spirito che ieri mattina è comparso dinanzi al collegio giudicante (presidente Siani) della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, dove è in corso il processo sul Crescent. Il professionista era un teste delle difese. Rispondendo alle domande degli avvoccati il teste ha spiegato che l’opera ha rispettato la norma e le autorizzazioni. A metterlo non poco in difficoltà sono state invece le domande della pubblica accusa. Quando Spirito ha affermato che l’opera non ha tra gli atti un accorso di programma il Pm gli ha “ricordato” che quello è proprio uno dei capi d’imputazione contestati. L’architetto ha sottolineato che il progetto non aveva bisogno dell’accordo di programma perchè non vedeva coinvolti altri soggetti pubblici. Spirito ha anche spiegato che se i soggetti attuatori avessero realizzato la piazza che si apre dinanzi al Crescent, Piazza delle Libertà, avrebbero speso 6 milioni e 20mila euro invece, lo stesso ha pagato ben 9 milioni e 3 di oneri di urbanizzazione per far fare la piazza. A questo punto gli avvocati Giovanni Falci e Sergio Perongini hanno chiesto alla Corte che venga disposta una perizia sul vantaggio che avrebbero avuto i soggetti attuatori nel realizzare opere di urbanizzazione. Tale richiesta è stata avanzata in quanto vi è l’ipotesi di vantaggio economico da parte del soggetto attuatore. Successivamente è stato ascoltato anche il tecnico Gerundo che con l’aiuto di slide ha supportato la tesi dell’amministrazione.