Crac Alvi, sconto per Villani - Le Cronache Ultimora
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Crac Alvi, sconto per Villani

Crac Alvi, sconto per Villani

Salerno/Nocera Inferiore. Crac Alvi, condanne in Appello con sconto di pena del 50% rispetto a quelle incassate dagli imputati in primo grado. Riconosciute alcune attenuanti dai giudici, che hanno accolto parzialmente le tesi del folto collegio difensivo. Ad Angelo Villani 5 anni e mezzo di reclusione (in primo grado 12 anni e mezzo), 5 anni e mezzo per la sorella Antonia (stessa pena in primo grado del fratello) che secondo l’accusa amministrava insieme al fratello la holding di famiglia portata al fallimento nel 2009. Complessivi 53 anni di reclusione, oltre 60 in primo grado. Quattro anni e due mesi per Giuseppe Villani (6 in primo grado) e per Anna Villani (6 in primo grado, 4 anni e 10 mesi per Elisa Villani (8 anni in primo grado); quindi 4 anni e 8 mesi per Giovannina Villani (5 anni e 9 mesi nel primo processo); 5 anni per l’ex patron della Cavese e titolare di Cava market Antonio Della Monica (assolto in primo grado), 4 anni e mezzo per Bartolomeo Pagano (6 anni e mezzo in primo grado). E ancora: 5 anni per Vittorio Aliberti (6 anni e mezzo in primo grado), 3 anni e 10 mesi per Sergio Gaudino (5 anni in primo grado), 2 anni e 4 mesi Luigi Stile (3 anni e 2 mesi nel primo processo). Sconto pena anche per altre due figure ritenute più marginali che incassano 2 anni e 2 mesi a testa. Assolto come nel primo grado Gennaro Satiro, Novanta giorni per le motivazioni dei giudici poi ultimo passaggio in Cassazione. L’inchiesta sulla bancarotta fraudolenta dei supermercati Alvi, la grossa catena di distribuzione alimentare della famiglia dell’ex presidente della Provincia di Salerno, era nata a dicembre del 2009, quando fu dichiarato dal tribunale il fallimento dell’azienda. I finanzieri controllarono, a quell’epoca, i trasferimenti di denaro verso la società satellite effettuate sin dal 2006. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori del nucleo di polizia tributaria finirono alcune operazioni. In particolare, l’attenzione dei baschi verdi si concentrò sulle operazioni commerciali verso la società Alpa srl, della quale risultò, all’esito delle indagini, amministratore Bartolomeo Pagano. I finanzieri controllarono, a quell’epoca, i trasferimenti di denaro verso la società satellite effettuate negli ultimi tre anni. Quelle operazioni finanzieri – secondo l’accusa – altro non erano che il sistema fraudolento per svuotare il colosso Alvi, salvando parte del patrimonio e lasciando l’elenco dei creditori, costituitisi parte civile, senza possibilità di appigliarsi a qualsiasi solidità per il recupero dei crediti. Allora, le relazioni dei consulenti della Procura, calcolarono un buco economico che superava i 200 milioni di euro. Decadute alcune pene aggiuntive. Nel folto collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Felice Lentini, Carlo Di Ruocco, Vincenzo calabrese, Lorenzo Bottino, Michele Tedesco e Carmela Novaldi.