“Il costo del lavoro rappresenta oggi un vero e proprio ‘fardello’ per i contribuenti, di conseguenza il sistema attuale favorisce le imprese ad alta intensità di capitale e non quelle ad alta intensità di lavoro. Ritengo che una riforma debba considerare il sistema in tutta la sua complessità e non trattando più i vari aspetti come ‘segmenti’ separati, altrimenti si rischia di creare squilibri difficili da recuperare”. Queste le parole di Antonio Viscomi, deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Lavoro a Montecitorio, nel suo intervento durante il webinar “C’è lavoro ma non ci sono lavoratori specializzati, come uscire dal labirinto?” organizzato dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. “E’ indispensabile una riflessione molto seria – ha proseguito Viscomi – perché il costo del lavoro scoraggia le assunzioni, al contempo esiste un grande problema legato al reddito dei lavoratori dipendenti che è ancora troppo basso, facendo registrare il fenomeno dei ‘nuovi poveri’ che si sta espandendo in maniera preoccupante. Tale situazione risulta ancora più grave per i lavoratori autonomi che hanno sempre meno tutele. Nel corso dell’emergenza sanitaria tutti si sono accorti di quanto i professionisti siano in difficoltà. Questo sistema va riformato”. Secondo Luigi Casciello (deputato di Forza Italia e membro della Commissione Cultura) “per il rilancio dell’occupazione è necessario attivare procedure semplificate ‘tagliando’ il costo del lavoro che è diventato insostenibile, aiutando le aziende che intendono investire in risorse umane. E’ importante anche recepire le mutazioni del mercato del lavoro – ha ribadito Casciello – dalla richiesta di nuove specializzazioni, ai nuovi mestieri nati dalla transizione tecnologica. Poi, scuola e università non sembrano più rispondere alle nuove esigenze della imprese pubbliche e provate”. Lucia Albano (parlamentare di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze della Camera) ha evidenziato che l’aula di Montecitorio ha votato all’unanimità un ordine del giorno, promosso dal partito di Giorgia Meloni, impegnando il governo ad individuare nuove forme di ristrutturazione dei debiti fiscali e contributivi. “Il provvedimento – ha sottolineato la deputata di Fdi – si rivolge ai contribuenti che, per le obiettive difficoltà dovute alla crisi economica, non hanno potuto eseguire i versamenti entro il 31 dicembre 2021, accordando la possibilità di effettuare ex novo i versamenti a partire dal mese di giugno 2022, in non meno di 72 rate mensili e senza applicazione di sanzioni, interessi e ulteriori oneri accessori, sia per debiti fiscali che per pendenze contributive”. Secondo Alessandro Amitrano (M5s), segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, i contribuenti decaduti dal beneficio della rateizzazione delle cartelle esattoriali avranno una nuova opportunità grazie al ‘Decreto Milleproroghe’ che introduce la possibilità di inoltrare una nuova richiesta di dilazione entro aprile per concedere ‘ossigeno’ a chi si trova in una situazione debitoria nei confronti dell’amministrazione finanziaria e dell’ente previdenziale. Ricordo – ha evidenziato Amitrano – che subito dopo l’esplosione della pandemia, il governo Conte affrontò il problema introducendo una moratoria su tutte le scadenze. Poi, un’altra norma che reputiamo fondamentale, e che va nella direzione dei sostegni alle famiglie, è quella dell’Assegno Unico che riguarda non solo i dipendenti ma che è stata estesa anche ai lavoratori autonomi. L’importo del contributo sarà stabilito in base all’Isee in modo da premiare le fasce di reddito più basse”. Anche Antonio Moltelo (consigliere dell’Istituto Nazionale degli Esperti Contabili) ha rimarcato che il costo del lavoro è oggettivamente troppo oneroso non solo per le aziende ma anche per i professionisti, che devono farsi carico da soli di tutte le spese fiscali e previdenziali. L’auspicio è che la prossima riforma includa anche la delicata posizione delle partite iva, ‘spina dorsale’ del tessuto economico nazionale”. Le conclusioni del Forum sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “E’ necessario ridurre il cuneo fiscale ma serve anche intervenire in maniera decisa sui salari se davvero si vuole raggiungere l’obiettivo di abbassare il costo del lavoro. Mentre, per quanto concerne il tema delle rottamazioni, è utile emanare, sin da subito, un provvedimento completamente nuovo, in grado di rinnovare tutto il sistema. Concedere solo proroghe non risolverà mai il problema”. Nel corso del webinar Longoni ha parlato anche delle nuove ripercussioni economiche e sociali che si registrano a causa del nuovo conflitto militare che si sta accandendo al centro dell’Europa tra la Russia e l’Ucraina.
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