Vincenzo Senatore
Cinque anni dopo la prima ordinanza entra in vigore il nuovo regolamento per i pescatori professionali di Salerno. Una molteplicità di aziende, la maggior parte delle quali oggi è riunita sotto le insegne del Consorzio Molo 3 Gennaio, una evoluzione del vecchio sistema di piccole cooperative che per anni ha caratterizzato il mercato ittico cittadino. Il testo unico denominato “Regolamentazione Attività connesse alla Pesca” viene promulgato per la prima volta il 29 aprile del 2013 mediante un’ordinanza firmata dall’allora presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, Andrea Annunziata. In quel documento si parla di 60 giorni di tempo per la definitiva entrata in vigore. Succede però che in questi anni le aziende, per problemi legati alle spese da sostenere in virtù dell’adeguamento alle disposizioni del nuovo regolamento, chiedono una serie di rinvii. E li ottengono Si arriva così al 30 luglio di quest’anno, quando le imprese incontrano i vertici della neonata Autorità del Mar Tirreno Centrale e trovano un accordo. Si parte dal primo novembre. Ma cosa prevede questo regolamento? Si tratta, in gran parte, di una riorganizzazione delle attività di terra, che parte dalla delimitazione delle aree in cui è possibile realizzare e gestire le operazioni. Le norme predisposte dall’Autorità Portuale si applicano esclusivamente alle aziende che sono di stanza presso il Molo 3 Gennaio, sia in maniera permanente che temporanea. I pescatori professionali devono rispettare rigiode disposizioni per la sistemazione dei contenitori deposito per gli attrezzi e le reti da pesca. Questi devono essere mobili (non è consentito costruire strutture fisse) e essere posizionati in uno spazio identificato da un tabellone su cui vanno scritti nome e numero di iscrizione dell’unità di pesca cui appartiene il contenitore oltre a descrizione, tipologia e dimensione del contenuto (attrezzo o rete da pesca). Le imprese sono, inoltre, responsabili della pulizia dell’area occupata oltre che dei contenitori e del loro contenuto, non è più consentito in alcun modo tenere a terra reti ancora contenenti pescato. Questo perché, anche su input della Capitaneria di Porto di Salerno, l’Authority vuole accrescere il grado di sicurezza igienico sanitaria dell’area. Dal primo novembre è fatto divieto di lavare le unità da pesca presso la banchina, eseguire lavori di qualsiasi genere, depositare attrezzi o gabbie per l’acquacoltura, lasciare rifiuti di qualsiasi tipo, anche se connessi all’attività di pesca, depositare sulla banchina reti non identificabili. Definite anche le misure dei contenitori: non oltre 40 piedi (più o meno 25 metri).