E braccio di ferro tra i dipendenti del Ruggi licenziati la settimana scorsa e i vertici dell’azienda ospedaliera. La tensione si è ulteriormente acuita dopo le dichiarazioni della dottoressa Antonia Niro nel corso della trasmissione “L’Arena” e soprattutto per quanto emerso da due ordinanza: la 11 dell’otto gennaio 2016 e la 12 del tredici gennaio. Secondo il consulente del responsabile del procedimento, Vincenzo Andriuolo, l’avvocato Sergio Perongini, in tutte le fasi l’azienda ospedaliera ha tenuto un atteggiamento corretto rispettando l’iter amministrativo. “Con la nuova legge i dipendenti possono essere licenziati senza attendere l’esito del procedimento penale. E’ ovvio che nel caso dovesse essere accertato l’estraneità dei soggetti indicati ai fatti contestati quest’ultimi sono pienamenti tutelati e possono presentare le istanze necessarie una ridiscussione del provvedimento”. Altra questione controversa è quella relativa alla posizione del capo sala Carmine De Chiaro ed, in particolare, sull’incompatibilità con Andriuolo: “Mi risulta che nessun elemento sia stato presentato a sostegno delle tesi del dipendente in questione e che per questa vicenda sia stata presentata una richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero. L’opposizione all’archiviazione? Probabilmente sarà stata presentata vedremo ma questo non inficia quanto fatto dall’azienda ospedaliera. Tutti aveva l’opportunità di chiarire la loro posizione e mi risulta che alcuni dei dipendenti siano stati ascoltati anche tre volte”. In poche parole è stato rilevato che De Chiaro non ha prodotto i documenti necessari a dimostrare le problematiche relative all’incompatibilità. Da qui la decisione lampo del responsabile del procedimento del Ruggi controfirmata dal direttore generale Viggiani. Dall’altra parte quasi tutti i dipendenti sostengono di non essere stati ascoltati più volte nell’ambito del procedimento amministrativo. De Chiaro ha sottolineato di non aver avuto modo di potersi difendere per la chiusura del suo ufficia e per non essere stato, in ogni caso, ascoltato dal responsabile del procedimento. Ad assumere la difesa in sede penale del capo sala l’avvocato Gino Bove. “Confermo che il 4 febbraio è prevista l’udienza per l’opposizione all’archiviazione”. I legali di De Chiaro sottolineano che non è mai stato ascoltato e che in merito al provvedimento adottato dall’azienda ospedaliera potrebbero maturare presto clamorose novità”.
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