Una nota stonata. Era fine febbraio quando giunsero le indiscrezioni che l’avvocato matrimonialista e politico Luciano Provenza, nipote dell’ex sindaco di Salerno, Vittorio Provenza, docente di discipline giuridiche ed economiche negli istituti superiori, nato politicamente in Alleanza Nazionale, ma salito sul carro del vincente, Vincenzo De Luca, quale mosca cocchiera ed eletto nel 2011 consigliere comunale nella lista “Campania Libera” e presidente della Commissione Politiche Sociali sarebbe diventato Presidente del consiglio d’amministrazione del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno. Lo ricordiamo trombato alle amministrative del 2016, poi non più candidato, ma fondatore, del “Salotto Gastronomico”, un gruppo Facebook che ha raccolto tanti consensi culinari dalla sua nascita. Presenzialista, ama la vetrina e i media, ma non leggiamo nel suo curriculum i requisiti per essere nominato Presidente di un consiglio d’amministrazione di un conservatorio importante con una popolazione scolastica smisurata, problemi di logistica, e attività internazionale a nota, in premessa, che invece ha da essere “in possesso di alta qualificazione professionale e manageriale, nonché di comprovata esperienza maturata nell’ambito di organi di gestione di istituzioni culturali ovvero avente riconosciuta competenza nell’ambito artistico e culturale”. Da notare che mentre l’esperienza negli organi di gestione di istituzioni culturali deve essere comprovata ossia è necessario presentare la documentazione che certifica la partecipazione in tali organi, la competenza nell’ambito artistico e culturale deve essere riconosciuta a partire dalla presentazione di un curriculum. Il Presidente di un C.d.A. di un conservatorio che raramente è stato intravisto in qualsiasi evento musicale d’alto profilo, almeno in città, e che si è permesso di affermare in una pubblica conferenza “Al massimo posso suonare i piatti!” dando prova di non conoscere uno strumento veramente di alta difficoltà al quale sono riservati anni di studio teorico e pratico, non crediamo possa occupare un posto di tale responsabilità. Infatti, sono due i ricorsi che sono partiti contro questa nomina, il primo sicuramente riferito ai requisiti che sono nulli se messi a confronto con quelli di altri candidati, il secondo è strettamente legato alla non considerazione da parte del Ministero, della prima terna composta dall’Avv. Giovanni Filosa, che in passato è stato membro del nucleo di valutazione dell’istituto, nonché dagli avvocati Lanocita e De Vivo. Il tutto sembrerebbe dovrebbe essere giudicato entro questo mese, ma si sa la giustizia è un’eterna lunghissima sorpresa. Noi che sappiamo continuiamo col Gioachino Rossini de’ “La Cenerentola” Rossini col suo sestetto, che gioca sulla pronuncia delle consonanti per creare un effetto comico e rafforzare il senso di stupore e di straniamento che segue alla rivelazione delle rispettive identità del Principe e di Cenerentola:
“Questo è un nodo avviluppato,
questo è un gruppo rintrecciato.
Chi sviluppa più inviluppa,
chi più sgruppa, più raggruppa….”