di Erika Noschese
«Se sono pronto a fare un passo indietro? Non ne ho mai fatto uno in avanti, la candidatura dovrebbe essere proposta dai vertici e non è mai giunta». Così il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, tra i più quotati alla guida del coordinamento provinciale dopo le “pressioni”, in senso positivo, di tanti amministratori della provincia di Salerno che hanno chiesto un suo coinvolgimento diretto. Una mozione “…Più forza ai territori” che lo stesso Aliberti ha già presentato, su richiesta della classe dirigente provinciale, che affronta diversi temi a partire dalla storia di Forza Italia; la visione forzista dello Stato: una presenza costante nei Comuni dai più grandi ai più piccoli; lo sviluppo dei territori: il potenziamento delle infrastrutture e la riduzione del cuneo fiscale; politiche per la famiglia; sviluppo dei territori e rilancio della Sanità con il supporto dell’Europa; Forza Italia come forza vera dei rapporti internazionali e Forza Italia nel prossimo futuro politico della Campania e della provincia di Salerno. “L’anno che abbiamo da poco lasciato, il 2023 è stato il periodo moralmente più difficile per il partito. Creato, unito e portato avanti nel ‘94 dalla mente lungimirante del Presidente e fondatore Silvio Berlusconi, ha dovuto affrontare la perdita del suo leader indiscusso, colui che è riuscito a costituire un soggetto politico che nel resto del panorama italiano non era mai esistito nella nostra Italia: un grande contenitore politico che rappresentava (e che tutt’oggi rappresenta), quella destra democratica, moderata e conservatrice che si proponeva in alternativa alla sinistra nell’ambito di un civile confronto bipolare.
Un partito, Forza Italia, i cui valori vengono descritti dallo stesso Presidente con quattro aggettivi: liberale, cristiano, europeista, garantista, quattro princìpi che insieme, completandosi a vicenda, definiscono la nostra identità, l’identità di chi da quel ‘94 ad oggi, può festeggiare quest’anno trent’anni di militanza e di coerenza, di legame profondo con i valori fondanti del partito, di legame con il Cavaliere. Oggi, il dovere di costruire un partito radicato sui territori in virtù di un consenso che non può più derivarci di riflesso dalla presenza, dalla personalità, dal carisma, dalla sua grande e riconosciuta capacità comunicativa sul piano nazionale e internazionale ma che deve dimostrare concretamente la passione, la determinazione, le capacità che negli anni il Presidente Berlusconi, ha espresso anche quando gli attacchi politici e personali sono stati violenti”, si legge nella mozione di Aliberti.
Sindaco, il consigliere Celano sarebbe pronto a candidarsi alla guida del coordinamento provinciale…
«Il fatto che Celano si candidi al congresso provinciale è un fatto positivo perché rappresenta una risorsa di questo partito. Tante persone gli hanno chiesto di candidarsi, lo stesso è avvenuto con me: io ho avuto richieste da oltre duemila persone che si sono adoperate sul territorio per il tesseramento e mi hanno chiesto di candidarmi al congresso provinciale tanto che mi hanno chiesto di mettermi a lavoro su una mozione strutturata almeno quindici giorni fa per dare la possibilità di fare sintesi tra i tanti iscritti e per le persone che si sono avvicinate al partito».
Si può fare un discorso di tessere? Scafati è la città più azzurra della Campania…
«Scafati ha un numero di tessere superiori a tutte le città campane, anche Napoli ma non ne faccio un discorso di tesseramento, non può essere un motivo valido per candidarmi al congresso provinciale. È banale soffermarsi sui numeri, ci sono persone che si sono adoperate rispetto al tesseramento ma sicuramente Scafati è la città al di sopra dei 30mila abitanti che ha avuto la percentuale più alta, in Campania e forse addirittura a livello nazionale, di voti alle passate Politiche con il suo 18%. È la città che merita di non essere seconda a nessuna, ma Scafati non ha l’arroganza di poter pensare che da soli si può costruire il partito, senza le altre forze presenti sul territorio quali sindaci, amministratori, militanti e così via; abbiamo bisogno della costruzione di un partito radicato sul territorio, diverso da quello rappresentato da Silvio Berlusconi che da solo era il partito per eccellenza. La bandiera che Berlusconi faceva sventolare e portava consenso non basta più».
Lei di recente si è dimesso dall’incarico di vice coordinatore regionale…
«Ma io non lo sono mai stato a conti fatti perché ho avuto solo una comunicazione formale da parte del mio leader Fulvio Martusciello, coordinatore regionale; sono un pragmatico, uno che ci sta a fare delle cose quando ha la possibilità di dettare una linea, programmare, fare una organizzazione del partito. Il mio pragmatismo è dato dalla mia storia, dalle vittorie conquistate perché sono stato tre volte sindaco di Scafati, dalla mia storia familiare che ha visto mia moglie per ben due volte in consiglio regionale, la mia storia personale che mi ha visto il più eletto in provincia di Salerno nel 2009 e ancora oggi lo sono nel centrodestra in provincia di Salerno e il quarto in assoluto a livello provinciale con una elezione di secondo livello con tanti amministratori che hanno stima nei miei confronti».
Il partito sembra essere spaccato oggi, secondo lei è possibile raggiungere l’unità in vista del congresso provinciale e presentarsi con un solo nome?
«Il partito non è spaccato, ci si spacca quando si ha la possibilità di poter ragionare o di poter mettere tutti nella condizione di poter partecipare ad un ragionamento e questo non è avvenuto, non per colpa del mio coordinatore regionale oggi impegnato anche con la campagna elettorale in vista delle Europee. Il confronto, anche su più mozioni, credo possa essere la possibilità di un confronto su più visioni dell’organizzazione e dei temi da affrontare in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Ritengo che bisogna fare rete sui territori, non essere secondi a nessuno sul tavolo del centrodestra ma ragionare con tutti su un tavolo tecnico in vista dei prossimi appuntamenti elettorali per le amministrative, le regionali; bisogna rivendicare la presidenza della Regione; ci sono temi sui quali il partito deve essere più incisivo come la sanità che in Campania non funziona, facendo leva sul governo nazionale e lo stesso vale per il dissesto idrogeologico perché ci sono zone in cui bisogna intervenire con urgenza; bisogna affrontare le problematiche delle aree interne: oggi c’è una fuga dei giovani, ci sono aree che vanno valorizzate come il Cilento e la Costa che vive di un turismo che esiste solo pochi mesi l’anno e bisognerebbe lavorare alla destagionalizzazione; abbiamo la Costiera Amalfitana che rappresenta un fiore all’occhiello per questa provincia, abbiamo il Vallo di Diano come gli Alburni, i Picentini che hanno problematiche diverse. Bisogna avere una visione d’insieme, con proposte che appartengono a diversi livelli istituzionali e credo che questo sia il compito del futuro coordinamento provinciale che dovrà istituire un tavolo del centrodestra».
Se spettasse a lei fare il nome del coordinatore provinciale a chi penserebbe?
«Non ho un nome ma un’idea di quello che deve essere il coordinatore, capace di mettere in campo una mozione, una idea di partito e di organizzazione con la consapevolezza che non c’è più Silvio Berlusconi. Una visione che dia forza al nostro leader Tajani nel quale tutti ci rivediamo, che dia forza al nostro coordinatore Martusciello e soprattutto una mozione che affronti il tema della salute, le amministrazioni locali, capace di valorizzare la provincia, la seconda più estesa in Italia per le peculiarità che ha in tutte le sue parti di territorio, volano per l’economia, bisogna far crescere la classe dirigente come avviene a Scafati. Se questo avvenisse in altre dieci realtà come Scafati significa governare la provincia di Salerno, di conseguenza far crescere Forza Italia in termini amministrativi e numerici».
Farebbe un passo indietro?
«Non ho mai fatto un passo avanti nella misura in cui sono gli altri a doverti candidare, ovvero la classe dirigente sul territorio e non la forza dei numeri che spingerebbe a fare un passo indietro nell’interesse dei partiti. I parlamentari non mi hanno chiesto la candidatura, la maggior parte ha annunciato di votare a Salerno ma nessuno mi ha chiesto di candidarmi dunque non c’è una richiesta che viene dai vertici ma dal basso».
Cosa ne pensa della figura del presidente istituzionale?
«Ritengo che l’unico presidente sarà per sempre Silvio Berlusconi. Chi è in grado di sostituire quel presidente davvero vuol dire che è una personalità di una forza enorme che io da Scafati a Sapri non ho il piacere di conoscere».