Ieri su “le Cronache” ho letto l’intervento dell’On.le De Simone che a chiusura dello stesso si poneva l’interrogativo sull’evoluzione della situazione politica italiana, auspicandosi altre forze e altre scelte anche per arginare astensionismo e disillusione esortando poi ad andare oltre. Vorrei esprimere anch’io il mio pensiero a riguardo.
Qualcuno diceva:”sono postumo di me stesso” ed è quanto accaduto anche a Silvio Berlusconi che, ancora in vita, ha sperimentato il post-berlusconismo. Ora però, con la sua scomparsa fisica, sparisce l’incarnazione della seconda repubblica, l’artefice del bipolarismo in Italia, il quale negli ultimi tempi è ancora di più marcato. Oggi, infatti, abbiamo un governo di destra ben riconoscibile, così come abbiamo un’opposizione chiaramente di sinistra, con la neo segretaria del PD Schlein. Cosa ne sarà, dunque, del centro? Quell’area moderata che non riesce ad identificarsi in alcuno dei partiti maggiori che nella centrifuga della politica sono, appunto, posizionati lontani dal centro? Berlusconi rappresentava la congiunzione del centro con la destra, così come per certi aspetti politici di centro riuscivano a garantire un ponte con l’altro polo in quanto, seppure non uniformi all’ideologia di sinistra, si sentivano ad essa più vicini. Oggi, come detto, non ci sono più sfumature.
L’ Italia di centro, ancora molto numerosa, ha bisogno di un progetto serio, credibile, convincente, per quella fetta di elettorato che in parte si è “accontentato” di votare un leader, di destra o di sinistra ma che in maggioranza ha preferito astenersi. E lo fa sempre di in numero maggiore.
Assistiamo infatti ad affermazioni elettorali molto esigue nei numeri, le politiche hanno portato alle urne una non certo entusiasmante percentuale di elettori, le amministrative coinvolgono ancora meno, con la conseguenza che in pochi decidono per tutti. Questa disaffezione, questo astensionismo, può essere protesta ma a mio avviso anche sintomo di mancanza di quella membrana necessaria e indispensabile, fisiologica, alla vita politico democratica del nostro paese che è il “centro”, che media, che unisce, che costruisce e che potrebbe dare rappresentanza ai tantissimi disertori elettorali, garantendo equilibrio e confronto a tutti i livelli.
Si è parlato di terzo polo (io non sono d’accordo, non manca un polo, manca il centro!), ma chi è davvero il successore dell’elettorato moderato, popolare, cattolico, europeista?
Premesso che l’elettorato non si eredita ma si convince, lo sarà chi rivolgerà la propria azione politica verso quel vulnus che ad oggi i maggiori partiti italiani non sono in grado di colmare per varie ragioni. Forza Italia e il voto pro Berlusconi, così come la minoranza Dem, l’ex terzo polo e i 5stelle meno “ortodossi” arriveranno alle europee nello status quo ma dopo, inevitabilmente, in dette aree si aprirà una riflessione e ritengo che allora sì i tempi saranno finalmente propizi per la costruzione di una casa centrista che è da troppo tempo solo embrione e pensiero.
Si lavorerà, maggiormente nel dopo europee, a dar valore a ciò che ci unisce (ritenendomi uomo di centro) piuttosto a ciò che ci divide. Il percorso sarà lungo, difficile, ma importante e bisogna farsi trovare pronti iniziando sin d’ora, rivendicando un’identità ideologica come perno di un progetto politico duraturo e non come mezzo per una semplice alleanza elettorale.
È questo il tempo.
Manuel Gatto.