di Clemente Ultimo
Tra i molti effetti negativi prodotti a livello socio-economico dalla pandemia – e dagli errori commessi nella gestione della crisi che ne è derivata – ce n’è uno particolarmente insidioso, per quanto poco evidente: l’aumento del ricorso al prestito ad usura. La crescita di questo fenomeno criminale emerge con forza dall’analisi del lavoro svolto nel corso degli ultimi due anni dalla sezione salernitana della Fondazione San Giuseppe Moscati, ente nato nel 1992 per in iniziativa dell’allora parroco della chiesa dell’Immacolata al Gesù nuovo di Napoli padre Massimo Rastrelli. Un osservatorio privilegiato quello della Fondazione Moscati, considerata la presenza ultraventennale nella città di Salerno. Un lasso di tempo che non solo ha permesso di portare un aiuto concreto a centinaia di famiglie, ma ha consentito di osservare con attenzione l’evolversi del fenomeno usurario. “È difficile portare in piena luce le reali dimensioni dell’usura – sottolinea Annamaria Bruzzese, coordinatrice della sezione salernitana della Fondazione – anche per il profondo senso di vergogna che solitamente accompagna chi ne è vittima. A dispetto di ciò l’aumento del ricorso al prestito usurario in città è un dato evidente, evidenziato dal numero di richieste di aiuto che riceviamo”. A testimoniare di come la crisi economica provocata dal Covid ed una ripresa che stenta realmente ad avviarsi abbiano inciso in profondità – ovviamente in negativo – nel tessuto socio-economico salernitano c’è un dato in particolare: per la prima volta a rivolgersi alla Fondazione Moscati nel tentativo di uscire dalla morsa dei “cravattari” non sono solo le famiglie, ma anche piccoli e medi imprenditori. Questi ultimi, soprattutto, evidenziano una più forte difficoltà di accedere al credito bancario, dunque di essere di fatto costretti a far ricorso al prestito ad usura nel tentativo di salvare le aziende e , di conseguenza, garantire sicurezza alla famiglia propria ed a quelle dei dipendenti. Non meno duro l’impatto della crisi per i dipendenti e, in particolare, per quel variegato mondo di lavoratori in nero, “in grigio” o precari che purtroppo rappresenta un settore fin troppo ampio del mondo economico-produttivo salernitano. La perdita dell’impiego o la drastica riduzione del lavoro saltuario ha costretto molte famiglie nel corso degli ultimi due anni a far ricorso agli usurai, tanto per far fronte alle necessità della vita quotidiana come per piccoli e grandi imprevisti. In molti casi si tratta di prestiti relativamente modesti, poche migliaia di euro, che tuttavia ben presto iniziano a produrre interessi abnormi, tali da diventare rapidamente ingestibili per le famiglie. Accanto a queste nuove vittime del sistema usurario ci sono poi quelle “tradizionali”: “I motivi che spingono un individuo, e con lui inevitabilmente la sua famiglia, nelle mani degli usurai sono in buona sostanza sempre gli stessi – dice Annamaria Bruzzese -, ad iniziare dal miraggio del guadagno facile, dunque dal gioco d’azzardo in ogni sua forma. C’è poi la malattia grave ed improvvisa di un componente della famiglia. In questo caso per molti lavoratori precari o disoccupati l’impossibilità di accedere ad un prestito bancario si traduce nella necessità di ricorrere all’usura che, in questo caso, è la prima risposta possibile ad un’emergenza che non consente attese”. C’è, poi, un altro settore di vittime – e potenziali vittime – dell’usura, quello costituito da persone che entrano nella spirale del prestito per l’acquisto di beni assolutamente non indispensabili, per inseguire le mode del momento. Solitamente il primo passo è costituito dal ricorso ad una finanziaria, cui poi segue l’accensione di un nuovo debito e via procedendo, fino a quando si arriva all’impossibilità di gestire il tutto. Il percorso si conclude per molti con il ricorso al prestito usurario, nel tentativo di “sanare” una situazione debitoria nei confronti delle finanziare diventata estremamente difficile. È proprio per questo motivo che la Fondazione Moscati lavora su un duplice fronte: in primis assistendo chi è vittima dell’usura, o rischia di diventarlo, costruendo percorsi che consentano l’accesso al credito, dall’altro promuovendo la cultura antidebito, per l’uso corretto del denaro. Attività, quest’ultima, rivolta in modo particolare verso i più giovani. A Salerno diversi istituti superiori sono stati coinvolti in iniziative formative finalizzate proprio a sviluppare una corretta cultura sull’uso del denaro e sulla sua gestione, tra queste anche un premio dedicato alla memoria di padre Rastrelli. L’obiettivo della sezione salernitana della Fondazione Moscati è quello di riprendere questa attività formativa tra i giovani, superata l’emergenza Covid.