«Il nostro partito in provincia di Salerno è vivo e vegeto e recitare un ruolo da protagoniste nelle prossime elezioni amministrative ed europee avendo candidato che sono espressione del territorio e che hanno a cuore le sorti della loro comunità, come ad esempio il nostro candidato a sindaco a Sarno Antonio Crescenzo». Luigi Cobellis, recentemente eletto nella Direzione Nazionale dell’Udc nella lista a sostegno di Lorenzo Cesa Segretario italiano traccia un bilancio del lavoro fin qui svolto dal suo partito in vista del doppio appuntamento elettorale del prossimo 25 maggio. Ci può fare un’analisi della situazione politica nella provincia di Salerno, in particolare che pensa dell’accordo con Forza Italia? «Sul nostro territorio l’Udc è impegnato a costruire alleanze forti a sostegno di candidati sindaco davvero capaci, competenti e pronti a guardare avanti. Viviamo tempi difficili: le nostre città hanno bisogno non di passacarte ma di guide con una visione della propria comunità negli anni a venire. Abbiamo bisogno di una politica che sappia guardare nel tempo che verrà mentre si occupa anche dei problemi quotidiani. I candidati di Sarno, Nocera e Pagani rispondono a questo identikit e con gli amici di FI ci siamo ritrovati in questa comune visione delle cose. Ho visto che qualcuno, anche all’interno del mio partito, cerca di agitare le acque con finte contestazioni e polemiche strumentali ma così facendo si finisce solo per rimestare nel torbido. Per fortuna spetta agli elettori decidere e spesso sono più saggi di quanto certi dirigenti vogliano credere». Nella formazione delle liste pensa sia opportuno inserire solo politici o anche personaggi della società non schierati ma che hanno la stima dell’opinione pubblica? «Penso che sia sempre necessario aprire le liste a tutti coloro con i quali si condividono valori e principi e che siano in grado di portare un contributo fattivo e reale non solo alla lista ma alla competizione e alla città tutta. Non credo nella definizione di “società civile”, troppo velleitaria, preferisco parlare di impegno e di responsabilità: fare politica non è un obbligo e chiunque si presenti deve farlo mantenendo un sano spirito di servizio alla collettività». Secondo lei tra i problemi che affliggono la provincia di Salerno quali sono le priorità su cui l’Udc intende impostare il suo programma politico? «La nostra provincia soffre di alcuni problemi storici, primo tra tutti la sua fragilità strutturale e infrastrutturale che si traduce in dissesto idrogeologico e mobilità ridotta. Questo è il capitolo sul quale abbiamo deciso di concentrare il lavoro soprattutto in Regione. Il nostro contributo è stato recepito in maniera chiara e forte all’interno del provvedimento che ha destinato 27 milioni di euro per interventi di sistema sulla rete stradale provinciale. A questo si lega un tema sul quale personalmente continuo a impegnarmi moltissimo e cioè la difesa delle Comunità Montane come soggetti attivi nella definizione delle politiche di difesa del territorio e la salvaguardia degli operai idraulico-forestali che di questa opera sono l’indispensabile braccio esecutivo. Altra priorità è lo sviluppo economico e questo significa soprattutto rilancio turistico di un’area dalle potenzialità tanto rilevanti che se ben gestite ci consentirebbero di vivere di rendita e invece sono troppo spesso abbandonate all’incuria e soggette allo sgretolamento! Sviluppo si fa anche con la valorizzazione delle vocazioni locali e per questo sono molto soddisfatto di aver fortemente voluto il Salone della Dieta Mediterranea. Si tratterà di un appuntamento importantissimo per rafforzare l’immagine del nostro territorio e rilanciarla a livello internazionale». L’Udc come intende affrontare il nodo delle elezioni europee? «Queste elezioni europee vedranno la partecipazione dell’Udc assieme ai Popolari di Mario Mauro in una lista comune che vuole essere la prima tappa della costituzione di quel polo dei popolari che riteniamo essere l’unica vera alternativa seria per l’Italia. È per noi l’inizio di un percorso che dovrà allargarsi a tutte le forze moderate, a cominciare dall’Ncd con il quale intratteniamo rapporti di collaborazione molto forti a livello sia nazionale che locale. Per questo diciamo ai tanti moderati italiani di non rassegnarsi, di non rinunciare: una scelta popolare c’è, è forte, guarda lontano e punta a rinverdire la migliore tradizione politica che questo paese abbia conosciuto». Vincenzo Di Gerardo
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