di Pina Ferro
E’ stata annullata, senza rinvio, l’interdizione a carico dei medici Carmine Napolitano e di Marco Clemente in servizio presso la Clinica Tortorella e coinvolti in un’inchiesta della Procura di Salerno. A carico dei due medici nel dicembre scorso scattarono due misure cautelari. I due medici erano stati interdetti per 6 anni uno e 1 anno l’altro. Gli ermellini hanno sospeso tale provvedimento carico dei camici bianchi. Interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza o totalmente inutili che avrebbero causato un anomalo incremento di decessi all’interno della casa di cura Tortorella di Salerno. Plurimi omicidi colposi era l’accusa rivolta al primario del Reparto di Unità funzionale di Chirurgia generale e Chirurgia oncologica presso la “Casa di cura Tortorella”, Carmine Napolitano e al medico chirurgo impegnato nello stesso reparto Marco Clemente. Dalla verifica della documentazione sanitaria riguardante alcuni pazienti ricoverati nella clinica e dall’ascolto di alcuni dei medici operanti sarebbe emerso, scriveva la Procura, lo “spregiudicato modus operandi del neo assunto chirurgo”, circostanza che aveva portato a un approfondimento delle indagini. La Procura nel corso delle indagini aveva acquisito le cartelle cliniche e disposto l’esecuzione di cinque autopsie sulle salme di alcuni dei pazienti deceduti, contemporaneamente aveva conferito un incarico di consulenza finalizzato alla ricostruzione e all’analisi comparativa dell’attività di ricovero e ambulatoriale della Casa di Cura Tortorella spa tra gli anni 2016-2017 e il periodo successivo. Da Tali verifiche, spiegò la Procura all’epoca, ne era emerso un aumento di ricoveri per alta specialità chirurgica, secondo un andamento costantemente crescente e successivo alla presenza del nuovo direttore di reparto. Dallo studio di 83 cartelle cliniche, risultò come, a fronte dell’aumento delle prestazioni e, sottolinea la Procura, “degli utili”, la scelta di politica aziendale non fosse coincisa con il miglioramento delle prestazioni sanitarie. La Procura di ha raccolto a carico dei sanitari indagati “plurime contestazioni di omicidio colposo” contestando “di aver eseguito una serie di interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza, totalmente demolitivi e inutili a fronte di malattie oncologiche in avanzata stadiazione.