Clarinetti in coro per i concerti del Conservatorio - Le Cronache Musica

Questa sera, alle ore 19, ci si ritroverà nella chiesa di Sant’Anna al porto per ascoltare il Samnium Clarinet Choir, diretto dal M° Gaetano Falzarano, in una performance che spazierà da fantasie su temi d’opera alla musica Klezmer

 Di Olga Chieffi

Aspettando la festa della musica del 21 giugno, quando il Conservatorio “G.Martucci” in sinergia con i Teatri Kombetar i operas dhe baletit di Tirana, celebrerà, ancora una volta, in un gran gala al teatro Verdi di Salerno, Puccini 100, e con esso il ritorno sul podio cittadino del M° Jacopo Sipari di Pescasseroli, bacchetta di pura emanazione del segno del cigno di Lucca, questa sera, alle ore 19, ci ritroveremo nella splendida chiesa a pianta ottagonale di Sant’Anna al Porto per una cosiddetta “esercitazione”, come indicata in locandina, degli allievi della nostra massima istituzione musicale. Non la definirei certo una esercitazione, per quanto ad oggi si è ascoltato in giro, l’esibizione dei clarinetti del Samnium Clarinet Choir, ma un interessante e brillante concerto, di un ensemble, agli ordini del Maestro Gaetano Falzarano, con Antonio Santaniello al piccolo mib, Giovanni Liguori, Francesco Liguori, Aniello Sansone, Maria Apuzzo,Vincenza Fiorillo, Morena Maria Giannotti Francesco Calvano,Benito Pio Albano, Graziano Villani, Alberto De Vivo, Lidia Bentivenga, Lucia D’Amato, Pasquale Zinno, Giuseppe Iannitti, Michele Pisciotta, Paolo Sabatino, al clarinetto in Si bemolle, Sabrina Mercurio al clarinetto contralto in Mi bemolle, Alessio Mecarolo al corno di bassetto e Manuel Pio Magurno al clarinetto basso. Armonie di ance per uno strumento rappresentato nei “tagli” della famiglia più frequentati da compositori e strumentisti, i quali si cimenteranno in choir con diversi solisti. Ad aprire la serata sarà il “Ballet égyptien”, op. 12, composta da Alexandre Luigini, dedicata al direttore d’orchestra francese Jules Pasdeloup, eseguita per la prima volta a Lione nel 1875. L’opera è composta da otto movimenti ed è composta per due flauti e ottavino, due oboi, due clarinetti, due fagotti, quattro corni, due cornette, tre tromboni (o due tromboni e tuba), timpani, percussioni (inclusi triangolo, grancassa, piatti e tamburello), due arpe e archi, che ascolteremo in trascrizione per clarinetti. Il tema melodico principale, che consiste in un ritmo alternato di crome e sedicesimi in tempo di 2/4, viene introdotto nel primo movimento ed è trasmesso principalmente in tutto il pezzo. Il balletto mostra diverse caratteristiche tipiche della musica di fine ‘800 come un’ampia gamma di dinamiche (da pp a ff), una struttura armonica non tradizionale (poiché il lavoro inizia brevemente in si bemolle maggiore, passa a sol minore e poi esplora altre chiavi alternative come il Re maggiore) e l’enfasi sui temi melodici. Primi due solisti alla ribalta, Maria Apuzzo e Vincenza Fiorillo, in battle per Il Convegno di Amilcare Ponchielli, una trascrizione dall’originale per banda datato 1857. Pagina di buon gusto, teatrale e virtuosistica, intrisa di effetto, sfociante in quel tipo particolare di “barocchismo” che rivive in tutta l’arte del decadentismo ottocentesco. Si passerà, quindi, al Konzertstück in re minore op. 114 per clarinetto, corno di bassetto e qui ancora una trascrizione, composto da Felix Mendelssohn Bartholdy, tra il 1832 e il 1833 per i due virtuosi del clarinetto Heirich Bärmann e il figlio Carl. Questo pezzo leggero e virtuosistico, con la struttura in tre movimenti (Allegro – adagio – Allegro) propria del concerto strumentale, ma con la differenza che i tre movimenti sono ridimensionati, rispetto a quelli del concerto strumentale solistico, e interconnessi, in modo che si susseguono senza soluzione di continuità, ove è omessa la cadenza, che di solito si trova nel concerto strumentale solistico, poiché giudicata sempre un episodio inutile in quanto, per il suo stesso carattere virtuosistico, avrebbe potuto interrompere la continuità e l’unità del discorso musicale, è stato affidato a Manuel Pio Magurno, Alessio Mecarolo. Gli ampi contrasti di registro tra il clarinetto e il corno di bassetto, le figurazioni brillanti e lo stile cantabile hanno lo scopo di mettere in risalto le qualità tecniche e musicali dei due strumentisti, che qui come in un vero e proprio concerto per strumenti solisti e orchestra, assumono il ruolo di protagonisti a tutti gli effetti. Si proseguirà, quindi, con Clarinet Memories, una fuga su temi di Ernesto Cavallini, un omaggio al compianto clarinettista Raffaele Di Costanzo, firmato da Walter Farina, dalla fresca e vivida intenzione, quindi il verismo e l’ancia evocativa per una fantasia su Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Un passo indietro nella storia del melodramma ed ecco Verdiana di Michele Mangani, un brano ispirato al suono di Corrado Giuffredi, abbastanza impegnativo ed elaborato, il cui solista sarà Francesco Liguori, un pot-pourri ben concepito di temi tratti dalle sue opere più famose come I due Foscari, La Traviata, Il Rigoletto, l’Inno delle Nazioni, Aida, Luisa Miller, la Forza del Destino e i Vespri Siciliani. Non poteva mancare Puccini for Clarinet, ancora a firma di Walter Farina con una Fantasia dalle opere di Giacomo Puccini, da Bohème a Turandot, passando naturalmente per quel solo che schizza con tale perfezione il climax di “E lucevan le stelle”. Gran finale in Klezmer style con la Jewish suite e il Theme for clarinet di Michele Mangani.