di Pina Ferro
Gestivano le piazze di spaccio dal centro cittadino fino alla zona orientale: 15 degli appartenenti al sodalizio che ruotava intorno al boss del centro storico Ciro Persico ricorrono in Appello ed il prossimo 28 gennaio compariranno dinanzi ai giudici di secondo grado del Tribunale di Salerno. Nell’aula bunker di Salerno (dove è prevista l’udienza) saranno presenti: il 71enne Ciro Persico, condannato in primo grado a 19 anni di reclusione; Gennaro Caracciolo (15 anni in primo grado), indicato dalla Procura capo promotore insieme a Persico; Luigi Iannone (18 anni) organizzatore e braccio destro di Caracciolo; Federico Galasso (nove anni e 4 mesi); Patrizio Cerrito (nove anni e 4 mesi); Eugenio Siniscalchi (7 anni e 4 mesi); Vittorio Pumpo (8 anni); Antonio Persico (6 anni e 8 mesi); Stefano Maisto (2 anni e 4 mesi); Angelo Spisso (2 anni e 4 mesi); Fabio Grimaldi (3 anni e due mesi); Luigi Mainolfi (3 anni); Maurizio De Sio (3 anni e due mesi); Mariano De Sio (2 anni e quattro mesi) e (condannato in primo grado a un anno e otto mesi ). Quasi tutti in primo grado avevano scelto di essere giudicati con il rito dell’abbreviato. Era il 9 giugno del 2020 quando scattò il blitz da parte dei carabinieri. le ordinanze di custodia furono notificate al termine di una laboriosa attività investigativa che aveva preso il via nel 2017 e denominata “Prestigio” da un regalo di altrettanto prestigio fatto da Matteo Calonico a Ciro Persico. All’epoca furono 38 le misure cautelari emesse. In tre lunghi anni di indagine, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire l’organigramma del sodalizio che, deciso a monopolizzare le piazze di spaccio da Salerno fino ai picentini, distribuiva cocaina, marijuana e hashish. Secondo l’accusa è intorno a Gennaro Caracciolo che si costituisce il primo nucleo dell’associazione. Le indagini hanno dimostrato che in una prima fase era proprio il 39enne salernitano a gestire una fitta rete di compravendita di sostanze stupefacenti attiva principalmente nella zona di Matierno gravitante intorno alle figure di Luigi Iannone e Patrizio Cerrito. Del gruppo faceva parte anche Ciro D’Onofrio freddato il 31 luglio 2017 proprio da Eugenio Siniscalchi. Solo in un secondo momento nel clan subentra Ciro Persico. Dall’alleanza tra Caracciolo e Persico si amplifica la caratura criminale del gruppo e si estende l’ambito territoriale. L’ex esponente del clan di via Capone diviene così il fulcro del gruppo specializzato nella distribuzione di grossi quantitativi di sostanza stupefacente, non solo all’interno del centro storico ma anche in altre zone della città e della provincia. Gli inquirenti, nel corso delle indagini, hanno documentato una vera e propria guerra senza esclusione di colpi per il controllo delle piazze di spaccio in tutta la città.