di Pina Ferro
Per i furti nelle gioiellerie messi a segno su tutto il territorio nazionale inflitti 22 anni e sei mesi ad alcuni dei componenti il “Clan degli zingari”. La sentenza è stata emessa nella tarda mattinata di ieri dai giudici del tribunale di Vallo della Lucania che hanno inflitto: 4 anni e due mesi ciascuno ad Antonio Dolce alias “Capone” (il pm Palumbo aveva chiesto 8 anni), ad Anna Petrillo (la richiesta era di 5 anni) e a Gerardo Marotta (il pm aveva chiesto 8 anni); 5 anni sono stati inflitti a Donato Marotta alias “Papesce” (la richiesta era di 5 anni) ed a Carmine Dolce alias “Maruzziello” (il pm aveva chiesto 4 anni e sei mesi). Gli arresti scattarono nel novembre del 2018 da parte dei carabinieri del comando provinciale di Salerno e della compagnia di Agropoli. I 25 appartenenti al sodalizio erano tutti accusati di di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio e contro la persona, violenza privata ed estorsione . Il clan degli zingari metteva a segno furti con destrezza presso gioiellerie presenti su tutto il territorio nazionale, l’esecuzione di furti all’interno di auto ed il riciclaggio dei proventi ottenuti, l’illecita introduzione nei circuiti bancari finalizzata all’accredito fraudolento di somme di denaro. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno anche accertato che gli indagati, forti della notoria appartenenza al gruppo particolarmente numeroso e coeso, si erano resi responsabili anche di gravi atti minatori ed intimidatori, anche con minacce di morte, ai danni del coordinatore unico del cantiere di Agropoli della società operante nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani della città, al fine di essere assunti nelle vesti di dipendenti stagionali, di essere adibiti a mansioni gradite e di non essere sanzionati per le continue assenze ed i costanti inadempimenti commessi nell’esercizio dell’attività lavorativa. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Della Monica, Leopoldo Catena eMario Pastorino.