Nuovo processo e nuovo rischio di condanna per l’ex direttore del cimitero di Salerno Massimo Romaniello. Dopo essere aver patteggiato a tre anni la pena e incassato altro quattro mesi, in continuazione della condanna, l’ex dirigente del Comune è a processo per peculato sempre per questioni relative all’assegnazione di alcuni loculi. Nella vicenda è coinvolto anche Aniello Rizzo, difeso dall’avvocato Enrico Tedesco. Ieri mattina il pm titolare dell’inchiesta ha avanzato una nuova richiesta di rinvio a giudizio. Il legale di Romaniello, Federico Scarpa, ha avanzato richiesta di patteggiamento in continuazione di reato ed ha chiesto il rinvio dell’udienza in attesa che la sentenza passi in giudicato. Il Gup Zambrano ha così aggiornato il procedimento al 20 maggio quando si pronuncerà sulle richieste di pm ed avvocati difensori. Nello specifico sarebbe contestata l’assegnazione di due loculi. Una vicenda similari alle altre che hanno portato l’ex direttore del cimitero, che ha chiesto anche il reintegro, a processo. Romaniello è finito al centro dello scandalo giudiziario scoppiato nel 2011, ha patteggiato la pena. É stato così condannato ad altri 4 mesi in continuazione con la condanna già comminata pari a 3 anni.Quattro gli episodi contestati a Romaniello che avrebbe fatto credere a privati cittadini di potere acquistare direttamente, senza alcuna partecipazione ai precedenti bandi di assegnazione pubblicati dal Comune, dei loculi, in realtà inesistenti, a causa della sopravvenuta rinuncia all’acquisto da parte di persone già assegnatarie. La somma intascata da Romaniello e in un’occasione divisa con il Criscuolo, andava da un minimo di tremila euro ad un massimo di 6mila 400 euro. Il fascicolo è nato in seguito ad altre quattro denunce acquisite in procura da cittadini titolari di un loculo fantasma acquistato presso il campo santo di Brignano. La truffa sull’acquisto di loculi in realtà già venduti era infatti il cuore dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Rocco Alfano che smascherò un sistema truffaldino fondato sull’assegnazione di loculi in realtà inesistenti venduti a ignari cittadini.
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