di Erika Noschese
«Siamo una piccola azienda dell’ex gruppo Ilva e chiediamo la sicurezza del posto di lavoro». Lo dichiara Luigi Cristino, Rsu dello stabilimento di via Tiberio Claudio Felice che, come i suoi collrghi, vive una fase di preoccupazione. Attualmente, infatti, il destino dei 40 dipendenti dell’ex Ilvaform, gruppo ceduto agli indiani di Arcelor Mittal, è incerto, seguendo l’andamento delle vicende nazionali e i lavoratori questa mattina sciopereranno per otto ore a causa delle ultime vicende legate al tentato recesso del sito di Taranto. Sullo stabilimento nazionale, infatti, la situazione è tutt’altro che certa dopo che Arcelor Mittal ha già avviato formalmente la procedura per restituire ai commissari gli stabilimenti dell’ex Ilva e ha presentato al ministero dello Sviluppo economico la richiesta di avvio della cessione del ramo d’azienda che coinvolgerà 12 siti. «Essendo una controllata subiamo tutte le vicende di ciò che accade a Taranto – ha dichiarato il lavoratore – Siamo preoccupati per questi esuberi chiesti da Mittal e per quest’assenza della politica sulla questione». Il rappresentante Rsu, di fatti, parlando a nome dei suoi colleghi evidenzia un senso di abbandono da parte delle istutizioni: «Ciò che sappiamo di quanto sta accadendo a livello nazionale lo apprendiamo dagli organi di stampa, a noi nessuno comunica niente», ha spiegato infatti Cristino. Attualmente, infatti, sono 40 i dipendenti a rischio che non accettano alcun ipotesi relativa ad un ridimensionamento relativo al numero degli operai. «Noi operiamo siamo preoccupati perchè non sappiamo se prenderemo stipendio e tredicesima, non sappiamo chi ci pagherà e siamo in un limbo, senza che qualcuno ci dia spiegazioni», ha detto ancora Luigi Cristino. L’ex Ilva di Salerno vede, nel suo organico, operai giovani: «l’età media e di circa 35 anni, ci sono ragazzi che hanno una famiglia, che devono pagare il mutuo che sono in procinto di sposarsi o che hanno bambini piccoli – ha detto poi il sindacalista – Questo lavoro per loro è una necessità, come per tutti noi, così come è una necessità avere uno stipendio fisso a fine mese». Dunque, braccia incrociate, oggi, almeno fino alle 14.30, in attesa di conoscere gli sviluppi futuri dello stabilimento per la produzione di tubi.